La talpa. Il titolo originale è Tinker Tailor Soldier Spy, che se in inglese suona come il nome di una band indie che cerca di apparire intrigante, tradotto da noi suona più o meno come “Stagnino, sarto, soldato, spia”. Non esattamente il massimo dell’appealing, diciamo… Quelli della distribuzione cinematografica italiana, dei tizi che mi immagino più oscuri e misteriosi delle spie al servizio del MI6, hanno allora optato per il più secco La talpa. Un titolo che riporta tristemente alla mente un atroce programma di Italia 1 condotto da Paola Perego. Davvero una gran bella idea! A questo punto era meglio “Stagnino, sarto, soldato, spia”.Alla fine però devo riconoscere che a questo non è nemmeno tanto colpa loro: si sono infatti limitati a riutilizzare il titolo italiano del romanzo del 1974 di John le Carré da cui il film è tratto e che già negli anni Settanta aveva ispirato una serie BBC con Alec Guinness.Certo che se lo intitolavano La talpa 3D potevano anche spacciarlo per un film stile Chipmunks invece di una pseudo pellicola d’autore.
"Che faccio, rispondo? Nah, sia mai che in questo film succeda qualcosa..."
La talpa è un film decisamente incasinato e complesso da seguire. O in alternativa possiamo dire che non fornisce grandi motivi per farti venire voglia di seguirlo. La storia è infatti quella di un agente del MI6 che deve sgamare la “talpa”, sì quella del titolo italiano, ovvero un altro agente che in realtà è stato assoldato dai russi. Una trama poi non molto differente da quella del reality-show La talpa, appunto. Il tutto si svolge nel 1973, in piena Guerra Fredda per un film che più freddo di così si va dritti al Polo Nord, e che non ha nessun legame con l’attualità. Qualcuno proverà a dirvi che invece trattasi di una storia dannatamente attuale, però non credetegli. Sta mentendo e forse è pure lui una spia al servizio dei Russi.Se mi stuzzicava l’idea di una pellicola lontana dai soliti stereotipi action della spie britanniche, ovvero il da me odiato James Bond zero zero tette, il risultato mi ha quasi atto pentire di non trovarmi di fronte a un film della sua serie. Per darvi idea di quanto la visione della Talpa mi abbia prosciugato. Anche perché a me, machemmefrega di sapere chi era la spia segreta russa all’interno dei servizi britannici nel 1973 tra stagnino, sarto, soldato e spia con tutti i problemi chec’abbiamo in Italia tipo essere stati declassati da Standard & Poor’s, un’agenzia che in economia ha lo stesso livello di credibilità di Gianni Morandi per quanto riguarda la musica? Me lo volete dire chemmefregaamme?
"Al prossimo che mi porta a vedere un film così gli spezzo tutte e 2 le gambe"
Ci sono dei film che, per quanto ben fatti, proprio non ti catturano. Cominci a guardarli, passano i minuti e ti dici: “Oh, adesso succederà qualcosa di intrigante e all’improvviso verrò catapultato dentro alla storia, dentro un mondo di finzione che mi assorbirà fino a distogliermi dal contesto reale e non ne uscirò più fino all’incedere lento dei titoli di coda.” Poi guardi l’orologio: 30 minuti… niente. Un’ora… niente. Un’ora e mezza… niente. L’unica scena non dico eclatante ma perlomeno di un minimo d’interesse è quella conclusiva, sulle note della bella canzone “La mer”. Un pezzo francese cantato da uno spagnolo che con un film britannico diretto da uno svedese non ci azzecca una mazza e forse proprio per questo risulta essere la cosa migliore di tutto il film. Peccato che sia troppo poco troppo tardi. Too little, too late, come dicono gli anglofoni.Ebbene sì, una canzone cantata da Julio Iglesias (!) è la cosa migliore del film, ancora convinti si tratti di un capolavorone?"Il paziente inglese, Il discorso del re, questo...
dovrò mica trovare un agente come dire... più brillante?"
"Non si intravede qualcosa di interessante manco col binocolo!"
Se già qualcuno aveva accusato Lasciami entrare di essere un film noioso, dai ritmi lenti e sonnacchiosi, aspettate di vedere questo, cari miei! Là almeno c’erano dei bambini vampiri che ogni tanto qualcosa di eclatante la combinavano. Eccome. Qui invece non succede un bel niente. Calma piatta. Zero. Niente. Nada.Certo, a meno che non siate patiti di soporiferi film di spionaggio in stile anni ’70. In questo caso vi ritroverete nel gruppo di quelli che osannano la pellicola fino a strapparsi i capelli dalla testa. A me invece è sembrata solo uno sterile esercizio di stile. Un ricalco di un cinema di una volta di cui io sinceramente non sentivo la mancanza e anche chi ne sentiva la mancanza potrebbe andarsi a recuperare gli originali invece di strapparsi i capelli per questo. Mi ha ricordato il film La conversazione di Francis Ford Coppola. Un'altra soporifera visione cui mi ero sottoposto a causa di una Blog War contro il mio blogger rivale Mr. James Ford. Ecco, se vi è piaciuto quello, probabilmente vi piacerà pure questo."Non dico un action, ma un film un filo
più movimentato non me lo trovi?"
Peccato, perché la confezione sarebbe anche ben curata. Se al suo precedente film la regia di Alfredson potevo definirla raffinata e dai gelidi tempi nordici, qui sarà anche curatissima ma è davvero lenta e macchinosa e basta. Punto. Non Fiat Punto. Punto e basta. Ma, a proposito, ‘sto Marchionne con la barba che vuol fare lo Steve Jobs dei poveri? E con Steve Jobs dei poveri intendo pur sempre un mega-multimilionario.
"A vederlo fino alla fine non ce la faccio. Basta: mi butto!"
E mentre Marchionne vorrebbe diventare il nuovo Jobs, il protagonista di questo film è un Gary Oldman in versione Toni Servillo. Molto Toni Servillo. Secondo me è proprio al nostro migliore (o unico decente?) attore che il “vecchio uomo” (Oldman in italiano, sorry) si è ispirato, con il suo vagare con quell’aria tra Il divo e Le conseguenze dell’amore.Ottimo anche il cast di contorno, in cui si ritagliano spazio dei validi e assortiti Colin Firth, John Hurt, Toby Jones, Benedict “nuovo Sherlock” Cumberbatch, il sottoutilizzato Stephen Graham (This Is England), l’ottimo Mark Strong (Kick-Ass) e l’ancor più ottimo Tom Hardy. Un quasi irriconoscibile Tom Hardy in versione bionda! Però no, tranquilli: non sembra Lady Gaga.Mmm… forse giusto un pochino.Svelato il misterone del film: ecco chi è la talpa!
Un cast molto valido che però non basta comunque a risvegliare l’interesse per una storia che, almeno a livello personale, non ne ha suscitato il minimo. Neanche per un istante. Neanche per mezzo istante. Neanche per un fotogramma. Ma magari è solo che sono stato pagato dai russi per fare il doppiogioco e boicottare La talpa, che in realtà è il film più divertente, elettrizzante e appassionante mai visto.Naah, ma chi voglio prendere in giro? Questo film è una palla colossale. Una visione che fin da ora si candida ad autorevole candidato per l'ambito “Premio Valium” 2012. Mo’ adesso basta con ‘ste talpe. Vado a fare il ghiro che a vedere questo film chissà perché m’è venuto un gran sonno. Yaaaaaawn(voto 5-/10)