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La Talpa: una soporifera storia pretenziosa

Creato il 17 gennaio 2012 da Masedomani @ma_se_domani

La Talpa: una soporifera storia pretenziosa

Un cast stellare che non sbaglia una battuta per dare vita, colore e forma ad un romanzo di John Le Carré. Anni ’70 che rivivono sullo schermo ed intrighi a palazzo, quello dell’MI6, per due abbondanti ore di thriller dai risvolti drammatici che ruota intorno ad un magistrale Gary Oldman, tanto invecchiato quanto credibile. Lui uomo dalla vita privata fallita, dimesso e perennemente avvolto da uno sgualcito impermeabile, è di fatto la più arguta delle menti dello spionaggio britannico e l’unico in grado di districare una matassa talmente infittita da apparire inesistente anche agli occhi dei soggetti coinvolti.

La storia prende il via dall’incontro tra un agente di Sua Maestà ed uno di oltre cortina per dare un volto ad una presunta talpa infiltrata all’interno dell’Intelligence britannico, l’operazione risulta una caotica e maldestra trappola ed i numeri Uno e Due del così detto Circus, vengono conseguentemente invitati al pre-pensionamento. Sennonché l’unico in grado di comprendere cosa celino le sempre più torbide acque è, appunto, colui che è stato allontanato dal proprio posto: George Smiley.

La Talpa: una soporifera storia pretenziosa

Il romanzo non l’ho letto e sarei attanagliata dal senso di colpa se lo imponessi agli avidi lettori presenti in redazione dopo quanto provato in sala. Se da un lato l’effetto stalla ci ha colti di sorpresa ancora prima che la pellicola iniziasse, facendoci sudare non poco, a luci spente la sofferenza ha preso più di una piega inaspettata sino a divenire insopportabile verso le battute finali.
Ma cosa è esattamente andato storto?

Sotto le mentite spoglie di un thriller si cela un’opera drammatica, che vorrebbe portare dentro le nostre case l’umanità, la fragilità e il lato emotivo di uomini come noi che hanno scelto di vivere accollandosi responsabilità e facendo scelte dalle conseguenza emotivamente molto costose. Questo tentativo di dare maggiore spessore ai personaggi, purtroppo va a discapito dell’azione e del ritmo del film che a tratti risulta addirittura noioso, tanto più che l’espressività del cast presente sul set non necessitava del supporto di sovrabbondanti inquadrature.

La Talpa: una soporifera storia pretenziosa

La storia è intricata e lenta sino allo sfinimento, la luminosità è scarsa, il fumo e il buio son troppo diffusi, le informazioni comunicate sono spesso dispersive ed inducono la platea ad un continuo confronto con i vicini per cercare di ricollegare nomi non semplici ai numerosi volti, il che ha l’unico effetto positivo di mantenerci in stato di veglia. Se però a ciò aggiungiamo un caldo soffocante, telefoni cellulari che squillano in continuazione sino ad avere la sensazione che si stia cercando di improvvisare un concerto grosso e un via-vai incessante di gente che ha preso una sala da 400 posti come il deserto salotto di casa propria, scongiurare lo scontro verbale se non addirittura fisico ha richiesto uno sforzo sovrumano!

La Talpa: una soporifera storia pretenziosa

Chiudo quindi il mio commento con una provocatoria riflessione: mi ha colpita maggiormente non l’eccessiva lentezza e dispersività della pellicola, bensì vedere una vera e propria orda di persone, appartenenti (forse) all’ultima generazione a cui è stato inculcato il concetto di rispetto per il prossimo, comportarsi in modo pretenzioso e strafottente. Accorgersi che nessuno mostrasse fastidio mi ha presa in contropiede: la diversa sono quindi io che quando ho mal di pancia concludo il resto della visione sui gradini del cinema e che non tocco il telefono mentre sono in sala. Sono così anormale? Aiutatemi voi perché in futuro proverò puro terrore a varcare le soglie di cinema in cui non vi siano pellicole così roboanti da impedire tali comportamenti.

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