La Tana del Bianconiglio e Kamenthya: i mondi di Katia Vendola

Creato il 19 febbraio 2015 da Strettalafoglia @strettafoglia

Un’intervista a Katia Vendola, la creatrice dei personaggi che popolano La Tana del Bianconiglio e Kamenthya.

Racconta un po’ di te. Chi sei e che cosa ti piace?
Chi sono? Semplicemente una ragazza che rincorre i suoi sogni cercando in ogni modo di farli avverare. No dai, mi chiamo Katia ho 32 anni, sono entrata nel modo dell’arte da una porticina sul retro, in punta di piedi, portando con me colori, fogli e fantasia. Ho iniziato scarabocchiando qualunque cosa avessi tra le mani, passavo ore, isolata dal mondo a immaginarne uno tutto mio, popolato da principesse e cavalieri.

Quando hai cominciato a realizzare le tue creazioni? Con quale materiale preferisci lavorare?
Inizialmente mi occupavo di riprodurre tele a olio per un antiquario e realizzare ritratti a pastello. Dal 2009 mi sono avvicinata al mondo delle paste polimeriche per dar vita ai miei disegni. Non è stato semplice perché avevo una visione diversa da quella che le mie mani traducevano, ma pian pianino, con tanta pazienza e passione, ho iniziato a vedere i primi risultati.
Utilizzo principalmente il fimo, mi cimento anche con la porcellana fredda e il prosculpt ma sono sempre alla ricerca di materiali nuovi. Amo sperimentare perché credo che oltre alle idee servano dei buoni materiali per realizzare quello che la mente immagina.

Come sei caduta ne La tana del Bianconiglio?
La Tana del Bianconiglio è nata di pari passo alla mia voglia di realizzare personaggi tridimensionali. All’inizio era solo un passatempo, ma con le prime richieste e i primi apprezzamenti mi sono resa conto che la mia creatività piaceva. Così con una buona dose di pazienza (vi assicuro che ne serve davvero tanta) l’ho fatta crescere fino a oggi. La pagina è un mondo che racchiude vari sottomondi, bomboniere e cake topper, ma anche action figures di anime e manga. Insomma è un punto fermo per la realizzazione dei desideri.

Il nuovo progetto, Kamenthya. Perché si chiama così? Che mondo nasconde la porta di edera che hai scelto come immagine del progetto?
Kamenthya, la mia nuova pagina è ancora in fasce, nata da pochissimo, esattamente a luglio del 2014, dopo mesi di studi e prove. Sentivo il bisogno di creare qualcosa di mio, unicamente mio, che non si ispirasse a personaggi già esistenti ma che rispecchiasse quello che il mio estro voleva, senza restrizioni. È stata una vera liberazione per me, mi sono sentita rinascere. Può sembrarvi strano e folle, ma il nome deriva da un sogno: una mattina mi sono svegliata e risuonava nella mia testa: KAMENTHYA. Avevo sognato streghe e fattucchiere con i loro libroni antichi che mescolavano filtri ed erbe. Forse l’avrò letto tra le loro formule? Chissà!  L’immagine di copertina della pagina si ispira a Il giardino segreto di F.H. Burnett: volevo incuriosire chiunque fosse entrato nel mio mondo, mi immaginavo qualcuno che spiava attraverso la vecchia serratura cercando di capire cosa si nascondesse dietro quella pesante porta antica, in compagnia di un passerotto, ormai mio compagno di viaggio, spesso presente nelle mie creazioni.

Kamenthya appare popolato di figure femminili. Chi sono? Presentacene qualcuna.
Kamenthya è un mondo tutto al femminile. Tutto ruota attorno alla mia prima creazione, la ninfa di legno. Pensavo che se fossi sola in un giardino, mi sentirei osservata magari da sfuggenti ninfe che spiano ogni mio passo, per cui perché non una ninfa degli alberi? Ogni cosa ha una propria vita e un proprio motivo per essere su questa terra, che sia un fiore, un albero o una pietra, e da qui la nascita di una nuova ninfa… In ogni giardino troviamo nascoste tra le foglie delle statue in pietra, credete davvero che sia solo pietra? Io non penso! Se le guardate bene noterete che vi osservano, che le loro emozioni oltrepassano la pietra, che i loro occhi vi colpiscono e vi lasciano affascinati.
Poi ci sono le calaveras, ispirate ai teschi di zucchero messicani preparati per il Giorno dei Morti. Quel che mi affascina maggiormente è il loro lato estetico, la decorazione del viso, le acconciature che racchiudono follia e mistero, l’unione tra il macabro e una sfrenata danza tra mille colori. Ciò che amo realizzare nelle mie creazioni è proprio il make-up, e le calaveras sono un soggetto ideale per sbizzarrirsi con colori e decorazioni.

Le tue meraviglie sembrano uscite da una fiaba e in alcuni casi si ispirano alle fiabe. Qual è la tua fiaba preferita e perché?
Ho letto moltissime fiabe, in tante sono state la mia fonte di ispirazione, ma mai quanto Alice nel paese delle meraviglie. Ho letto e riletto il libro, catturato e fatto mie le mille illusioni di bambina, sono cresciuta con questo meraviglioso racconto, e infatti come ho già detto, mi sono più volte rintanata nel mio mondo, proprio come Alice ha fatto con il suo. Un mondo dove non ci sono regole, dove tutto è creato dalla mia mente, dove tutto è creato per me!

Qual è l’artista o l’artigiano o l’illustratore che ti ispira più di tutti e che consideri il tuo maestro?
Non ho un artista in particolare al quale mi ispiro. Osservo il mondo circostante, tutto per me è fonte di ispirazione, da una foglia a una nuvola ad una roccia che luccica! E tantissimi sono gli artisti che osservo e studio, perché tutto può essere fonte di insegnamento. Ma tra quelli che apprezzo in particolar modo c’è l’illustratrice Stephanie Pui-Mun Law. Adoro la sua visione onirica del mondo, ricca di fantastiche creature, un mondo che scorre nascosto nella sua mente e sotto la pelle. E la grandiosa Beatrix Potter con le sue dolcissime fiabe, dove conigli e ochette se ne vanno a spasso vivendo mille avventure.

Com’è fatto il tuo laboratorio? Che cosa non deve mancare mai?
Inizialmente creavo un po’ ovunque in casa, avevo attrezzi e materiali sparsi dappertutto, ma recentemente mi sono ben organizzata, ritagliandomi uno spazio tutto mio, un grande tavolo con il computer, attorno scaffali di materiale: bigiotteria per montare le creazioni, attrezzi, paste varie e libri… tanti libri e artbook. Un laboratorio senza una degna libreria credo sia incompleto.

Per vedere e apprezzare i lavori di Katia Vendola sbirciate sulle sue pagine La Tana del Bianconiglio Shop e Kamenthya.
Ecco un altro piccolo assaggio:


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