La Tarantola come mai vista prima

Creato il 09 gennaio 2014 da Media Inaf

Gli astronomi stanno esplorando e mappando questa nebulosa come parte del programma Hubble Tarantula Treasury Project (HTTP), nel tentativo di capire la sua anatomia stellare.

di Redazione Media Inaf

Spettacolare. Non si può definire altrimenti l’immagine che Hubble ci offre della Nebulosa della Tarantola. Un’immagine affascinante di questa regione piena di ammassi stellari, gas brillante e polvere oscura. Gli astronomi stanno esplorando e mappando questa nebulosa come parte del programma Hubble Tarantula Treasury Project (HTTP), nel tentativo di capire la sua anatomia stellare.

La nebulosa Tarantola è situata nella Grande Nube di Magellano, nel nostro vicinato galattico. E non è la prima immagine rilasciata dal telescopio Hubble, ma è sicuramente la più dettagliata e approfondita.

L’immagine è infatti composta da osservazioni nel vicino-infrarosso fatte sia con la Wide Filed Camera 3 (WGC3) sia con l’Advanced Camera for Surveys (ACS). A causa dell’uso di filtri all’infrarosso una nebbia viola riempie la cornice, con profondo ciuffi rossi di polvere e stelle luminose sparse. Questa regione è un esempio di una cosidetta regione H II (regione acca due), nubi di gas ionizzato dalla radiazione ultravioletta dalle stelle giovani. Le zone di formazione stellare si trovano infatti sempre in corrispondenza di questo tipo di oggetti nebulosi.

A sinistra del centro è visibile un ammasso stellare conosciuto come R136. Inizialmente era stato indicato scome una stella, ma gli astronomi non si spiegavanop come una singola stella potesse ionizzare una così vasta regione H II. Solo in un secondo tempo gli astronomi hanno realizzato che si trattava di un ammasso stellare, un gigantesco ammasso stellare.

R136 diventerà probabilmente un ammasso globulare, una bolla sferica di vecchie stelle che orbita intorno al centro della sua galassia. R136 è così enorme che contribuisce notevolmente alla brillantezza della Nebulosa della Tarantola, emettendo la maggior parte dell’energia che la rende così visibile.

L’immagine è stata rilasciata nell’ambito del 223° meeting annuale dell’American Astronomical Society in svolgimento a Washington.

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf



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