Frammento della Tavola di Agnone
La Tavola di Agnone è detta anche Tavola Osca. Si tratta di una tavoletta di bronzo di 28 x 16,5 centimetri, munita di una maniglia ed è la più importante iscrizione in lingua osca dopo il Cippo Abellano e la Tabula Bantina. Le iscrizioni sulla Tavola di Agnone sono ben leggibili e incise su ambedue le facciate. La prima facciata contiene 25 righe mentre la seconda ne contiene 23.L'iscrizione sulla prima facciata parla di un recinto sacro, un santuario dedicato a Cerere, dove si svolgevano dei culti in giorni prestabiliti. L'iscrizione riporta che, in questo recinto, ogni due anni, sull'ara del fuoco aveva luogo una cerimonia solenne. Viene anche detto che ogni anno, al tempo delle Floralia, si doveva sacrificare, nel santuario, a quattro divinità. Il santuario di Agnone era probabilmente situato vicino al Monte del Cerro. La località veniva chiamata ancora con il termine dialettale Uorte, cioè Orto, Hortus in latino e Hùrz sulla tavoletta. Il luogo era dedicato a Kerres, Cerere. I fedeli le corrispondevano una decima in cambio della sua protezione.
Nell'altra facciata viene precisato che ci sono, nel recinto, degli altari dedicati alle divinità che vengono adorate nel santuario. Fuori del recinto sacro venivano celebrate delle processioni per Flora, con soste rituali in onore di quattro divinità.
Il testo menziona in tutto diciassette divinità e mostra la tendenza dei Sanniti alla poliatria, il culto di più divinità in uno stesso luogo. Il bosco sacro, però, apparteneva a Kerres. Le divinità che ruotavano intorno a lei erano, comunque, legate all'agricoltura, alla vita e alla vegetazione.