La tazza d'oro ritrovata a Montecchio Emilia
Recentemente, nel corso di un controllo archeologico all'interno di una cava di inerti, sulla sponda destra del fiume Enza, nel comune di Montecchio Emilia (Reggio Emilia) è stata fatta una stupefacente scoperta. Il comune, per la verità, era già noto per l'alto rischio archeologico. Negli oltre 5 metri di stratigrafia della cava era stata rintracciata la presenza di resti di abitazioni del Neolitico Finale e dell'Età del Rame (IV-III millennio a.C.), di tombe a cremazione in urna dell'Età del Bronzo Medio e Recente (XIV-XIII secolo) e di tombe etrusche a fossa dell'Età del Ferro.In occasione di questo recente controllo, nell'immediato sottosuolo di un campo adibito ad agricoltura, è stata trovata una tazza di oro puro, con un piccolo manico in lamina. La tazza è alta poco più di 12 centimetri ed è stata chiaramente sollevata e spostata dall'intervento di un aratro in tempi non recenti. Il reperto era schiacciato già in antico, poi l'aratro l'ha parzialmente rotto, asportandone una piccola parte. La lamina di cui è composta la tazza è spessa 1,5 millimetri e non presenta decorazione.
Ritrovamenti come questo di Montecchio Emilia sono estremamente rari in Europa, visto l'alto valore di tali oggetti anche nell'antichità. Una coppa identica a quella di Montecchio Emilia è stata ritrovata a Fritzdorf, in Germania, nel 1954 da un contadino ed è ora conservata al Landesmuseum di Bonn. Una tazza analoga è stata rinvenuta anche in Bretagna, ma presto è andata perduta. Al British Museum, comunque, vi sono tazze coeve piuttosto simili a quella di Montecchio.
La tazza ritrovata in Emilia Romagna doveva essere stata depositata in un ripostiglio oppure si trattava di un'offerta votiva, anche se alcune ricerche stanno accertando se facesse o meno parte di un ritrovamento di 13 oggetti d'oro, apparentemente dell'Età del Bronzo, avvenuto nel 1782. I reperti, purtroppo, furono fusi e non ne rimangono che delle fantasiose descrizioni.
La tazza è stata presentata, il 23 aprile 2012, all'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze. L'oggetto deve ancora essere ben analizzato per poterne estrarre i segreti che racchiude