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A volte, pensare ad una semplice teiera di porcellana in una ipotetica orbita intorno al sole, dischiude scenari imprevisti. È il caso della metafora della "Teiera celeste", ideata dal filosofo e matematico gallese Bertrand Russell (1872-1970), Premio Nobel per la letteratura nel 1950, per smentire l'assunto che spetti al non credente dimostrare la sua incredulità in campo religioso:
« Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere smentita, dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie. Se però l'esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente.» Bertrand Russell (estratto da un articolo intitolato "Is There a God?" commissionato [ma mai pubblicato] dal magazineIllustrated nel 1952).
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