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La teologia secondo Eugenio Scalfari.

Creato il 29 dicembre 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

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200px-Eugenio_Scalfari_by_Francesca_Marchi_-_International_Journalism_Festival_2011_-_croppeddi Michele Marsonet.  Eugenio Scalfari, pur professandosi laico, ha sempre dimostrato grande attenzione per i fenomeni religiosi e per il cristianesimo in particolare. Tuttavia, dopo l’avvento di Papa Francesco, si ha la sensazione che il fondatore e nume tutelare di “Repubblica” sia stato colto da una sorta di crisi mistica con frequenti sconfinamenti in un ambito disciplinare che non è certamente il suo, la teologia.

Grande l’entusiasmo scalfariano per il nuovo pontefice, e – a dir poco – sorprendente l’articolo di fondo che ha fatto uscire sul suo giornale Domenica 29 gennaio: “La rivoluzione di Francesco: ha abolito il peccato”. I titoli, si sa, sono quasi sempre redazionali e spesso non riflettono le tesi dell’autore. In questo caso, invece, le rispecchiano in pieno, e ciò fa sorgere il sospetto che pure il titolo sia farina del suo sacco.

Un Papa che abolisce il peccato? Strabiliante. E allora – vien da chiedersi – che ci stanno a fare la Chiesa cattolica e lo stesso Papa? Niente paura. Scalfari argomenta con dovizia di esempi appoggiandosi addirittura alle parole del pontefice. Dopo aver distinto il Dio mosaico giudice, vendicatore e, assai di rado, misericordioso, e il Dio cristiano misericordioso sempre e comunque a prescindere, il fondatore di “Repubblica” osserva che Papa Francesco ha fatto della predicazione evangelica il solo punto fermo della sua predicazione.

Penso che rabbini e teologi avrebbero parecchio da ridire sulla summenzionata distinzione tra Dio mosaico e Dio cristiano, ma lasciamo stare. Più importante è citare le successive parole di Scalfari: “Francesco abolisce il peccato servendosi di due strumenti: identificando il Dio cristiano rivelato da Cristo con l’amore, la misericordia e il perdono. E poi attribuendo alla persona umana piena libertà di coscienza”. Se l’anima umana sceglie il Male “subentrano la misericordia e il perdono che sono una costante eterna”.

Già, ma a cosa si applicano misericordia e perdono se il peccato viene abolito con un semplice cenno papale? Per essere perdonati bisogna pur aver commesso qualche colpa (se non vogliamo usare il termine “peccato”), altrimenti si perdona il nulla. Se Scalfari riuscisse a dimostrare il contrario sarebbe davvero un genio (e penso che, in cuor suo, sia convinto di esserlo).

Ma il più bello deve ancora arrivare. Poco dopo scrive che, nel corso di un colloquio privato, Papa Francesco gli avrebbe detto: “Dio non è cattolico. Dio è lo Spirito del mondo”. Perbacco – uno si chiede – ma allora sul trono di Pietro siede ora un pontefice hegeliano? Difficile da credere, ma non tanto se si leggono le ulteriori precisazioni che Papa Bergoglio avrebbe fatto al nostro giornalista: “La divinità sarà in tutte le anime e tutto sarà in tutti”. Scalfari cita al riguardo Spinoza e Kant dimenticando stranamente Hegel, al quale l’espressione “Spirito del mondo” appartiene. Ed è noto che il filosofo tedesco una volta lo identificò in Napoleone Bonaparte.

Restano da chiarire due questioni essenziali. Primo: il Papa ha veramente detto queste cose a Scalfari nel loro colloquio privato? Secondo: Scalfari ha capito bene o ha preso fischi per fiaschi? Non sono domande di poco conto. Se Francesco le ha proprio dette, e se il fondatore di “Repubblica” le ha comprese alla perfezione, allora l’ultimo conclave potrebbe addirittura aver eletto un pontefice panteista.

Non solo. Papa Bergoglio è un gesuita, e a un suo celebre confratello francese, Pierre Teilhard de Chardin, la Chiesa rivolse proprio l’accusa di panteismo per quanto affermava nei suoi celebri scritti. Sembra un plot degno di Dan Brown. Indubbiamente il romanziere americano sarebbe capace di scrivere un altro libro sensazionale per dimostrare, sulla base dell’articolo scalfariano, che il panteismo è pane quotidiano nell’ordine fondato da Ignazio di Loyola. Con tutte le conseguenze del caso.

Io credo che la realtà sia assai più prosaica. Da teologo dilettante qual è, Scalfari ha equivocato interpretando in modo del tutto personale le parole del Papa. Ciò significa che occorre fare molta attenzione quando si parla con il grande Eugenio: lui tende sempre a identificare la realtà stessa con le sue interpretazioni.

Featured image, Eugenio Scalfari, source Wikipedia.

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