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La teoria del ritorno

Creato il 14 agosto 2010 da Mcnab75
La teoria del ritorno

La valigia aperta tristemente sul divano. Vestiti, regalini e cianfrusaglie varie traboccano dopo aver attraversato diverse frontiere, qualche mare e una moltitudine di chilometri. Libri letti e non letti mostrano i risvolti cotti dal sole e dalla salsedine, sapendo già che le loro storie rimarranno intrecciate ai posti in cui il suo possessore se le è godute.

Come tutti gli anni le vacanze sono già finite. Non le ferie, che grazie a Dio proseguiranno fino al 24 di agosto. Le vacanze però sì. Il viaggio si è compiuto, per l'ennesima volta è andato tutto bene, e ora eccomi qui di ritorno coi 19 gradi (piovosi) di Milano che fanno a pugni coi 41 gradi di ieri a Efeso e dintorni.
 

A ogni partenza corrisponde sempre un ritorno, questo lo sanno anche gli sciocchi. Qualcuno crede che è proprio il pensiero del ritorno a rendere più piacevole un viaggio. Sapere di avere una casa e degli affetti che ci aspettano è una sensazione rassicurante, piacevole. Eppure ogni ritorno è in fondo l'abbandono di un altro posto e di altre persone che, magari per pochissimi giorni, sono stati a loro volta una casa, in senso fisico ed emotivo.

Se si concepisce il viaggio non solo come divertimento, ma come esperienza, non può che arricchire. Sia perché ci mette a contatto con culture diverse (frase abusata, ma verissima), sia perché ci permette di guardare con occhio diverso, forse solo più attento, a parole che pronunciamo troppo spesso distrattamente: casa, affetti, solitudine, condivisione.

 

Da domani si torna a parlare di mostri, libri, film e altre piacevolezze. Ma oggi va così.

 

Buon Ferragosto!

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C'è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L'uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può fuggire.

(Andrej Arsen'evič Tarkovskij, Tempo di viaggio, 1983)
 

La teoria del ritorno

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