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XONE
Sviluppatore: Monolith Productions
Produttore: Warner Bros Games
Distributore: Warner Bros
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Data di uscita: 03/10/2014
EUR 49,99EUR 59,99EUR 49,99EUR 59,99EUR 62,38 |
La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor è la nuova IP di casa Warner Bros. Sviluppato da Monolith Productions il titolo ha riscosso grande interesse e premi durante l’ultima fiera losangelina e tedesca, mentre dopo un paio di anteprime e infinite ore in compagnia del ramingo, noi siamo finalmente pronti a sviscerare al meglio quello che a tutti gli effetti è uno dei titoli più attesi di questo 2014.
L’interessante ma mai calzante plot narrativo guidato da Christian Cantamessa (Red Dead Redemption) ha inizio in prossimità del Nero Cancello, dove l’esercito di Gondor è di pattuglia e il nostro protagonista svolge egregiamente il suo compito. Ma l’arrivo delle truppe di Sauron, che una volta lasciato Dol Guldur si dirigono per l’appunto verso Mordor (dunque cronologicamente il titolo si posiziona tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli), sconvolge tutto… Gli orchi dell’Oscuro Signore attaccano l’avamposto di Gondor massacrando tutti gli uomini, donne e bambini che vi si trovano, compreso Talion e la sua famiglia. Ma è dalla morte del nostro protagonista che ha inizio la vera avventura. Infatti Talion risorge in forma di spettro, deciso a vendicare i suoi cari e colpire direttamente il nemico nelle sue terre, laddove il male non dorme mai. Ad accompagnarlo nella sua avventura, nonché a donargli poteri sovraumani troviamo invece Celebrimbor che per chi non lo sapesse è un personaggio di Arda, l’universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, nonché il più grande fabbro dell’Eregion, artefice della creazione degli Anelli del Potere e ucciso da Sauron insieme a tutta la sua famiglia. Insomma una storia di vendetta dalla classica impostazione narrativa che accomuna i due protagonisti. Dicevamo per l’appunto mai calzante plot, perché in vista di un ottimo inizio, la storia presto si appiattisce (colpa anche di personaggi principali senza carisma e caratterizzati veramente male) su canoni dal mordente veramente povero. I pochi filmati, o battibecchi coi pochi PNG incontrati durante l’avventura, non aiutano di certo l’evolversi della questione che anche se povera dal lato storia, saprà comunque tenere a bada i fanatici tolkeniani con personaggi molto amati e conosciuti (non facciamo spoiler, anche se avrete capito a chi ci riferiamo), anfratti legati agli anelli, curiosità e tantissimi elementi che raccontano attraverso manufatti (tutti da ricercare) e migliaia di scritture la storia di Mordor, le sue famiglie e le sue leggende. In effetti anche se piatto, lo storyline tende a non scontrarsi mai con quanto raccontato dai libri ed anche se alcuni passi risultano fuori luogo, si chiuderà un occhio apprezzando quello che Monolith Productions ci ha narrato e soprattutto ricordato con La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor.
La mia NEMESI SEI TUFin qui tutto bene, anche se ci saremo aspettati più coraggio ed epica tolkeniana durante il racconto (a tratti sembra di non essere nella Terra di Mezzo) la nostra mente si è incentrata di più sulle fasi di gameplay, nelle quali a nostro avviso si notano numerosi problemi e scopiazzature. Sin dal primo walkthrough trailer mostrato dagli sviluppatori, abbiamo tutti notato un riciclo totale di formule già viste e riviste in diversi videogiochi moderni – immediati i rimandi alle serie di Batman: Arkham ed Assassin’s Creed – ma è proseguendo con il gioco che invece gli sviluppatori ci mostrano quanto ci sbagliamo, perché in fondo in fondo qualche novità la troviamo pure in La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor. Novità che va ricercata nel sistema “Nemesi“, un algoritmo di nuova generazione che ricrea nemici unici e personali ogni volta che si viene sconfitti. In poche parole non vi sono nemici generici o prestabiliti, le personalità dei nostri rivali infatti si evolveranno, si potenzieranno e scaleranno i ranghi nell’esercito di Sauron in base alle loro e le nostre azioni. Azioni che avranno un impatto unico in un mondo che vive e si forma intorno al giocatore. Insomma, ogni azione svolta o compiuta all’interno del gioco andrà a modificare il comportamento e l’evoluzione degli orchi, ricreando una partita unica per ogni giocatore. Questa rivoluzione, probabilmente è una delle novità più grandi degli ultimi dieci anni, e una proprietà unica di Monolith Productions e risulta praticamente il vero fulcro dell’Ombra di Mordor. Missioni, certo non avvincenti, ma legate intelligentemente fra loro ci permetteranno di sfruttare a pieno il sistema Nemesi nell’open world che ci viene offerto in due mappe differenti (Udûn e Nurn). La prima è da subito totalmente fruibile, mentre la seconda, decisamente più contenuta ma stilisticamente migliore, ci verrà aperta da metà gioco in poi, cosi come le abilità di Talion, che seppur soffrendo di una pessima caratterizzazione, offre un parco abilità di tutto rispetto. Completando dunque missioni principali, sub-quest, missioni abilità o semplicemente abbattendo i vari comandati Uruk si otterranno punti XP e potere, i primi ci permetteranno di potenziare le abilità passive del Ranger di Gondor, mentre le seconde ad ogni livello ci doneranno rune per potenziare le tre armi (spada, pugnale e arco) che ci accompagneranno nel corso dell’avventura, il tutto sarà acquistabile tramite Mirian, una specie di credito in-game che potremo raccogliere completando i vari incarichi.
Il sistema Nemesi oltre ad essere elegantemente elargito nel corso dell’avventura mostra da subito i denti, portando il giocatore all’odio profondo verso la sua prossima vittima. Non sarà impossibile dover deviare una missione per la forza cresciuta del nostro nemico, cosi come sarà possibile (da metà gioco in poi) architettare oscure trame controllando le menti Uruk, tendere tranelli grazie alle informazioni acquisite dagli orchi di rango più basso e infine scontrarci con loro (sono veri boss in tutto e per tutto) in situazioni quasi sempre diverse che richiederanno anche un po’ di sana astuzia per essere superate. Dunque il sistema Nemesi funziona alla grande, cosa non funziona o almeno non ci ha convinto è la fase stealth, l’IA nemica e il Free Flow System degli Arkham. La prima è quasi una conseguenza della seconda, vista la pochezza di nascondigli e strutture disponibili nella mappa ricreata da Monolith Productions, con personaggi così stupidi da non notarci nemmeno ad un palmo dal naso, mentre per quanto riguarda il sistema di combattimento la sensazione di déjà vu è veramente grande, forse troppo, per non dire che a nostro avviso funziona pure male, anzi meglio dire peggio di un Arkham qualsiasi. Non fraintendete, ovviamente il combattimento rimane quasi identico alla famosa saga di Batman ed anzi le sequenze “gadget” ora riprese da attacchi spettro (come l’arco) sono d’ottima fattura, ma i meccanismi che le muovono risultano molto più ostici, complicati e minati da problemi che non abbiamo imparato a conoscere nel gioco di Rocksteady. Nei panni del Cavaliere Oscuro di Gotham il combattimento scorreva via liscio come l’olio, era quasi arte, mentre in Mordor ci troveremo spesso e volentieri a schiacciare il solito pulsante per svariati minuti, insomma un passo decisamente indietro secondo noi, anche se il titolo rimane ottimo e fruibile. In tutto questo ovviamente passeremo il tempo a farci strada tra i ranghi nemici a colpi di combo, controcombo e spezza guardia, con una certa agilità sia nei movimenti che negli attacchi, seguiti dalle classiche icone di avviso sopra la testa degli avversari o “l’occhio dell’aquila” o “modalità detective” di turno, così come vari bug legati al free running di Ubisoft, che qui è palesemente forzato, o ai combattimenti che ci hanno dato più di una rogna nel corso della nostra avventura.
Tecnicamente Uber, o forse no…Dal punto di vista puramente tecnico L’Ombra di Mordor riesce ad imporsi soprattutto sui PC più performanti grazie a due particolari possibilità offerte dalle impostazioni di gioco. La prima è di poter settare una risoluzione più alta con cui poi downscalare a quella del monitor, guadagnando in resa visiva, e la seconda sono le texture in HD settate su Ultra, che da sole necessitano di 6 GB di VRAM. Nonostante la pesantezza del motore, l’ottimizzazione non fa acqua da nessuna parte e concede anche la scelta di bloccare il frame-rate a 30 fps, così da gestire al meglio le impostazioni su ogni configurazione esistente. Ottimi effetti di luce e ombre si mescolano ad un mondo stilisticamente evocativo per la maggior parte del tempo, ma non senza precludere qualche caduta di stile, risollevata però da alcuni effetti, come quello della pioggia e del bagnato, particolarmente riusciti. Sulle console next-gen il motore si comporta altrettanto bene (a parte qualche rallentamento nelle situazioni più concitate), con una PS4 che la spunta ancora una volta su Xbox One (che con la patch di lancio lima notevolmente le distanze, raggiungendo anch’essa i 1080p e 30 frame), ma in entrambi i casi siamo distanti dai livelli raggiunti dai vari PC più performanti. La scarsità vettoriale degli scenari viene compensata dai dettagli del protagonista principale e dalla tessellation che va a smussare i bordi dei vertici sui vari Uruk e affini che incontriamo sulla nostra strada. Diverso il discorso sul level design… Vivere e muoversi all’interno di Mordor è abbastanza evocativo, ma non vedevamo uno scenario cosi piatto e privo di dettagli dai titoli “low budget” della scorsa generazione. A nostro modesto avviso non c’era territorio più sbagliato per un action/stealth come L’Ombra di Mordor (pensate se il seguito di Mordor venisse ambientato in tutta la Terra di Mezzo cosa ne uscirebbe fuori, NdR) e a farcelo ricordare ci pensa l’IA nemica che a discapito dei pochi nascondigli, che si riducono a qualche cespuglio o struttura, è veramente stupida oltre ogni dire.
A sanare la situazione ci pensa l’ottima se non superba longevità, la quale si attesta sulla trentina di ore di circa correndo a destra e manca come dei pazzi, ma se ve la prenderete con calma l’avventura di Monolith potrebbe durare ancora di più. Tra fucine da riforgiare, manufatti da scovare, sfide (attivabili con pre-order o season pass), sottomissioni, missioni abilità utili ad ottenere rune per potenziare i nostri armamenti e ranghi di Sauron da smaltire, il lavoro non mancherà di certo in quel di Mordor; l’unica pecca da questo punto di vista è che ciò che c’è da fare si riduce sempre ad uccidere, risultando un po’ troppo ripetitivo, ma sicuramente funzionale visto il genere di cui stiamo parlando. Ottimo invece il sonoro, testato sia con un home cinema, sia con cuffie 5.1, che ricrea magnificamente l’effettistica di contorno, delle battaglie a spada sguainata, e non si fa mancare una colonna sonora che accompagna perfettamente la piega stilistica del prodotto; seguono ovviamente un doppiaggio totalmente in italiano veramente ottimo, con qualche colpo di stile qua e là… Peccato per il doppiaggio degli Orchi/Uruk, avremo preferito la loro lingua natia, magari sottotitolata, in parecchie occasioni.
La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor è un buonissimo action game che saprà tenervi incollati allo schermo per molte ore. Tuttavia le modalità ricercate per arrivare al successo da parte dello sviluppatore non ci hanno convinto molto, e a parte il sistema Nemesi, il quale ripetiamo è sicuramente una delle più grandi novità dell'ultimo decennio, non possiamo rimanere impassibili di fronte a scopiazzature di titoli che ben conosciamo e situazioni che sanno di visto e rivisto. Ottimi, anche se si poteva osare di più, i riferimenti a Tolkien e la sua saga, male l'immedesimazione nei due personaggi (meglio sicuramente Celebrimbor di Talion), i quali caratterizzati veramente male non riescono ad entrare nel cuore del giocatore e tanto meno a toccare le corde giuste per portare quest'avventura sui gradini più alti dell'olimpo dei videogame. Un vero peccato dunque per una nuova IP dagli aspetti molto interessanti ma non levigati, che dal canto suo poteva certamente fare meglio e forse doveva, anche se siamo più che convinti che un futuro e quasi certo seguito saprà limare al meglio le tante imperfezioni che accompagnano l'esordio del non morto e la sua "spettrosa" spalla. ZVOTO 7.5