Tre ex astronauti hanno presentato uno studio nel quale si evidenzia che negli ultimi dieci anni il pianeta Terra è stato interessato da impatti con asteroidi di grandi dimensioni con una frequenza fino a 10 volte maggiore di quanto creduto. Cosa ci ha salvato finora: la fortuna!
Negli ultimi anni, sempre più spesso si è avuta notizia di avvistamenti di scie meteoritiche nel cielo notturno e di esplosioni ad alta quota provocate da bolidi di grandi dimensioni in collisione con l’atmosfera terrestre. Molti hanno avuto l’impressione di un aumento della frequenza di questo tipo di fenomeni, e ora arriva la conferma in uno studio prodotto dalla 'B612 Foundation'. Secondo i dati raccolti nella ricerca, negli ultimi dieci anni il nostro pianeta è stato interessato da fenomeno meteoritici con una frequenza fino a 10 volte maggiore di quanto si credeva. “L’unica cosa che ha impedito una catastrofe è stata la fortuna cieca”, scrivono i tre astronauti autori dello studio. I dati provengono dalle rilevazioni dell’International Monitoraggio System (IMS), un sistema di monitoraggio voluto al seguito del trattato sul bando dei test nucleati (CNTBTO), in grado di rilevare le onde d’urto provocate da esplosioni nell’atmosfera. I numeri confermano che negli ultimi dieci anni gli impatti di asteroidi sono diventati più frequenti. “Dal 2001, la rete ha rilevato 26 esplosioni su scala atomica in località remote in tutto il mondo, tutte provocate da impatti di asteroidi”, spiega Ed Lu, amministratore delegato della B612 Foundation. “I dati mostrano che gli impatti non sono rari, ma in realtà da 3 a 10 volte più frequenti di quanto si pensasse in precedenza”. Secondo Ed Lu, il fatto che nessuno di questi impatti sia stato rilevato in anticipo è la prova che l’unica cosa che ha impedito il disastro è stata la fortuna. La fondazione ha sviluppato un sistema denominato B612 Sentinal finalizzato all’individuazione di eventuali asteroidi killer in rotta di collisione con la Terra. “L’obiettivo della missione B612 Sentinel è quello di trovare e tenere traccia di asteroidi pericolosi, decenni prima che colpiscano la Terra, permettendoci di deviarne facilmente la traiettoria”, spiega Lu nell’articolo comparso su phys.org. La B612 Foundation ha già collaborato con al Ball Aerospace per la costruzione del Sentinel Infrared Space Telescope, che una volta posizionato in orbita solare, scansionerà agli infrarossi lo spazio cosmico alla ricerca delle centinaia di migliaia di Near-Earth Object più grandi di 140 metri e potenzialmente catastrofici per la Terra. Oltre a Ed Lu, i componenti del gruppo di studio sono l’ex astronauta dello Space Shuttle Tom Jones e l’ex astronauta della missione Apollo Bill Anders.
Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it