Approfittando dell'accesso alla alpha multigiocatore, facciamo il punto su Stronghold Crusader 2
La serie Stronghold è partita con sprint e ha riportato i fan di classici nome Castles tra le mura di grandi castelli, costruibili in tutta libertà in un contesto che mescola elementi gestionali e combattimenti strategici intensi. Un mix azzeccato che ha consentito al primo capitolo della serie di imporre nel mercato un nome e uno stile capaci di sopravvivere, nel cuore degli appassionati, anche a un inatteso declino.
Il dramma si è consumato con il terzo capitolo, sbilanciato e poco curato, e Stronghold Kingdoms, free-to-play piuttosto interessante dal punto di vista delle dinamiche di conquista, si è dimostrato troppo limitato per soddisfare quei fan della serie che da tempo aspettano un ritorno in grande stile. Ed è proprio nel passato che sono andati a guardare i ragazzi di Firefly, non alla radice ma quasi, scegliendo di creare un sequel dello spin-off del 2003, quello Stronghold Crusader che, nonostante una ricezione da parte della critica buona ma non entusiastica, è considerato da molti, sviluppatori inclusi, il capitolo migliore della saga. D'altronde le meccaniche del primo capitolo si erano già dimostrate più che buone e la scelta di collocarle in un'ambientazione suggestiva come quella delle crociate si è rivelata vincente. Una scelta che fa da base anche per il nuovo capitolo, mostrato per la prima volta in occasione della GamesCom e finalmente messo a disposizione della stampa per una prova su strada. Ci troviamo, ancora una volta, nel deserto mediorientale, un arido luogo dove i sovrani europei cercano gloria e fama brandendo l'acuminata lancia della propaganda religiosa. Ma la guerra nel deserto non si combatte con le preghiere, bensì con il dominio delle oasi, isole in un mare di fuoco che permettono di costruire armate con cui lanciare l'ennesimo assalto.
Quello che ci troviamo per le mani, per ora esclusivamente come alpha multigiocatore, è un vero e proprio sequel di Stronghold Crusader con tutti gli elementi dell'originale accompagnati da svariate novità. Sul fronte gestionale si ritorna alla relativa semplicità dei primi titoli della serie mentre il titolo acquista complessità militare grazie all'aggiunta di numerose unità. Inoltre Stronghold Crusader II rinuncia a darci la possibilità di piazzare liberamente le strutture per un riportarci a una meno realistica ma ben più comoda griglia. Un passo indietro ragionato, rispetto a Stronghold 3, che elimina le elucubrazioni di tipo architettonico per permetterci di concentrare tutta l'attenzione sulla posizione delle strutture all'interno della mappa. Un fattore importante da cui dipende la velocità con cui i lavoratori raccolgono il materiale, direttamente dalle fonti naturali o dai magazzini, per avviare la lavorazione nelle varie officine. Ci sono elementi peculiari, come la necessità del metallo per costruire armi senza le quali è impossibile armare i soldati, ma nel complesso la formula è quella più classica con abitazioni necessarie per alloggiare un maggior numero di cittadini, fattorie che ci consentono di nutrirli e un'attenzione al bilanciamento globale dell'insediamento per mantenerli felici e operativi.
Stronghold Crusader 2 - Trailer
Ritorno al futuro
L'interrogativo principale, come per ogni strategico, riguarda il bilanciamento che, purtroppo, risulta impossibile da valutare attraverso una versione ancora molto acerba e incompleta. Ma problemi e meccaniche mancanti non ci hanno comunque impedito di dare un'occhiata alla componente estetica, alle meccaniche di costruzione e a quelle gestionali de nuovo strategico Firefly.
Dal punto di vista grafico, Stronghold Crusader II non ambisce a stabilire nuovi standard ma è comunque un titolo piacevole da vedere. Nella versione alpha mancano ancora alcune animazioni ma quelle che ci sono risultano piuttosto curate e ci sono novità anche sul fronte della fisica con i detriti delle mura bombardate che possono ferire i soldati che le assediano. Ci sono, ovviamente, ampi margini di miglioramento, ma per sapere se saranno sfruttati dovremo inevitabilmente attendere una versione più matura del gioco. Altre novità sono invece già evidenti anche nella limitata alpha multigiocatore. Nel multiplayer competitivo lo scopo è quello di uccidere il lord nemico e per farlo è necessario fare breccia nella fortezza avversaria. Per raggiungere l'obiettivo sono necessarie strutture come il Campo di Assedio e l'Avamposto Mercenario che consentono di produrre unità di assedio e soldati direttamente sul campo. Ovviamente attaccare il nemico in campo aperto in una situazione bilanciata è un rischio, visto che il nemico può tentare di spazzare via le nostre strutture improvvisate, ma il Campo di Assedio ha una nuova pericolosa abilità chiamata Tempesta di Frecce. Una possibilità di difesa notevole resa bilanciata dal corto raggio che impedisce di abusarne. Non si tratta dell'unica novità e quasi tutte amplificano il gameplay come il carro per proteggere gli arcieri, la summenzionata tempesta di frecce, la possibilità per gli schiavisti di spronare gli schiavi, per gli assassini scalare le mura e per i dervishi di colpire più nemici alla volta roteando le spade.
Abilità interessanti e divertenti da utilizzare che regalano complessità al gioco e intensificano non poco il multiplayer che consentirà ai giocatori di sfidarsi in modalità 1vs1, 2vs2 e 4vs4. Il tutto con un background gestionale di rispetto ma non così complesso da causare problemi. E la versione finale includerà l'ovvia campagna e non ci farà mancare la modalità skirmish arricchita da sovrani caratterizzati con strategie peculiari e approcci differenti alla battaglia. Un gradito ritorno a cui dobbiamo aggiungere gli elementi dinamici delle mappe come tornado devastanti capaci di causare danni enormi e gli sciami di locuste che danneggiano il raccolto. Insomma, Stronghold Crusader II recupera la semplicità dei primi capitoli e promette di inserirla in un titolo più ricco, divertente e curato. Ma come ben sappiamo c'è una grossa differenza tra le promesse, anche quelle materiali di una alpha, e il risultato finale. Anche il più opulento degli strategici può diventare frustrante, non avere il ritmo giusto e vanificare l'impegno per portarlo alla luce. Lo abbiamo visto accadere proprio con Stronghold 3 che, nonostante le buone premesse, è uscito addirittura privo della modalità skirmish e flagellato dai bug. Ma l'attenzione alle origini e la maggiore cura per il dettaglio sono due elementi che riaccendono la speranza e che ci lasciano fiduciosi in un ritorno in grande stile.