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La terra rossa della Monument Valley

Creato il 23 ottobre 2015 da Marika L

La terra rossa.
I cappelli da cowboy.
Una canzoncina finto western canticchiata nella testa.
Milioni di scene di film che passano davanti agli occhi.
Visitare la Monument Valley ti trasporta in una pellicola vintage, di quelle che trovi per caso negli scatoloni in soffitta e che non puoi vedere se prima non soffi un po' per togliere la polvere.

Siamo nel pieno del territorio Navajo, un po' in Arizona e un po' nello Utah. I navajo sono particolari, ma credo sarebbe meglio dire strani. Hanno un modo tutto loro di accogliere il turista, cioè, di non accogliere. Ma di cose brutte ne hanno passate tante quindi il loro broncio quasi perenne ci sta.
La Monument Valley in realtà la incontri prima di raggiungerla percorrendo la s cenic byway I-163, una delle strade più famose -e filmate- al mondo e quando inizi a vedere le montagne rosse in lontananza il cuore ti si ferma un pò. Sei lì e ci sei davvero, di fronte ad uno scenario che hai ammirato mille volte in tv o sui giornali ma che non hai mai toccato con mano. Pensavi di conoscerlo e invece no. E' qualcosa di molto più grande di ciò che avevi sempre immaginato.
E anche molto più turistico.
E' stato infatti il primo luogo del nostro itinerario nel quale la presenza di italiani scaricati in blocco dai pullman era davvero massiccia e le possibilità sono due: o gli altri sono troppo educati o noi italiani troppo caciaroni.

Si può visitare la Monument Valley in tanti modi diversi, che spaziano dall'aereo al giro guidato con i Navajo o a cavallo fino ad arrivare alla propria auto. Noi abbiamo optato per quest'ultima soluzione ed è stata un'esperienza eccezionale, ma anche la cavalcata -che per vari problemi non abbiamo potuto fare- dicono meriti molto.
Il biglietto costa circa venti dollari a veicolo fino a quattro persone e non è compreso nel pass per i Parchi Nazionali USA.
Vi verrà subito consegnata una mappa con indicazioni riguardanti gli undici view points che incontrerete nella Valley Drive, una strada sterrata ma percorribile con la macchina adatta.
Non è possibile uscire dal percorso, ma in corrispondenza dei punti più panoramici ci sono delle piazzole di sosta.

Quando sono scesa dall'auto e mi sono trovata subito faccia a faccia con The Mittens and Merrick's Butte, ovvero i tre monoliti più famosi, non sono riuscita a trattenere l'emozione.
Quello che ho provato è stata una sensazione estrema di libertà, qualcosa di viscerale e violento. Sentivo lo stomaco aggrovigliarsi e farsi piccolo piccolo di fronte ad uno spettacolo stupefacente.
L'unica cosa che ti viene da pensare è "Ok, dove sono i miei stivali da cowboy?".

Invece ero lì con le mie converse.
Le stesse che porto in questo momento ai piedi e che conservano ancora i residui della terra rossa, quella che anche dopo settemila lavatrici non ci pensa proprio ad andare via.
Forse gli altri neanche la notano, ma non mi interessa, è un mio ricordo. Come gli altri cimeli, è sempre lì pronta a ricordarmi che i pensieri partoriti in viaggio devo chiuderli in valigia e portarli a casa con me, nella mia quotidianità.

E' stato molto importante riuscire a prendermi il mio tempo.
Quando viaggio mi piace fermarmi ad ascoltare le mie emozioni, soprattutto nei luoghi che mi ispirano di più. La Monument Valley è qualcosa di talmente grande e stimolante da spingermi a sostare in alcuni punti molto più di quanto io sia abituata a fare. Non sono assolutamente una viaggiatrice lenta, anzi.

Spesso mi ritengo troppo frenetica e cerco di incastrare troppe cose insieme, ma lì è stato diverso.
Più di una volta sia io che Diego siamo rimasti in silenzio per ascoltare quella voce interiore che ti fa venire un po' la pelle d'oca anche se fuori c'è un sole che spacca le pietre.
Avete capito cosa intendo, vero?

Mi viene in mente una frase di Terzani che ogni tanto amo rileggere, perché a volte mi sembra davvero che parli di me.

"Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra."

Ecco cosa è stata per me la Monument Valley.
Un altro giro di giostra.


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