La terza opzione di Casini, che Casini ovviamente non considera. «Gli adulti» non hanno ancora capito che qui va a finir male sul serio...

Creato il 10 febbraio 2014 da Nicola_pedrazzi @Nicola_Pedrazzi

   A ventisette anni si comincia ad avere un minimo di memoria storica, al di là dei libri e delle wikipedie. Quanto basta per ricordarsi TUTTA la parabola politica di PierFerdinando Casini: un ragazzo che ha frequentato il liceo Galvani (BO) negli anni in cui lo facevano mamma e papà, un uomo che vedo in TV da quando ho sei anni. Ospite alle Invasioni Barbariche (splendido déjà vu) questa sorta di padrino generazionale - anche di chi la Prima Comunione l'ha skippata - ha tenuto a tranquillizarci sul suo futuro politico: i bambini degli anni Ottanta possono tirare un sospirone di sollievo, perché diversamente da quanto accadde a Bim Bum Bam e a Solletico, Casini non scomparirà dal nostro immaginario infantile. No, non accadrà. Il piano? Una reunion, una pizzata dei «moderati»... Insomma, dopo tanto girovagare (politicisticamente ineffabile, politicamente inutile), Pierfi torna da Silvio. Sicuro, tranquillo, spavaldo: di fronte a quella (falsa) pericolosa (falsa) giornalista (falsa) maliziosa che si chiama Daria Bignardi.
   «In questo momento (tradotto: vista la legge elettoale che si profila) ho due possibilità: o fondo il sindacato dei partitini e mi metto a inveire contro Renzi (tradotto: rimango coerente al mio pensiero e alla mia posizione), o mi adeguo costruttivamente (tradotto: divento improvvisamente favorevole) al bipolarismo e gioco sul terreno che Renzi e Berlusconi hanno costruito» [chiedo scusa per le virgolette anche se sono andato a memoria].
   Verissimo, Pierfi, bravo. Analisi lucidissima. Sei machiavellico, un vero giocatore di risico. Ti è però sfuggita l'esistenza di una terza opzione, che mi permetto di suggerirti da quaggiù: e se a risico ci giocassi su quel bel tavolone in larice che hai in salotto, con le famiglie riunite al gran completo, lasciandoci per sempre orfani del ricordo meno brillante della nostra infanzia? Non sei Jerry Calà. Non ci mancherai.
   Il ragionamento di Casini è tragico, ed è il motivo per cui un comico ha potuto fare quello che ha fatto, esattamente un anno fa. Altroché internet, altroché democrazia partecipata (e perché mai queste due cose dovrebbero svilupparsi, in Italia, all'indomani del Berlusconismo?). Bastano 5 minuti di Casini dalla Bignardi ed il gioco è fatto: hai semplicemente voglia di spaccare tutto. Caro Casini, è la tua concezione della politica, il tuo posizionismo fine a se stesso, LA TUA SOLA ESISTENZA, oggi, qui, nel 2014, che fa sì che il binomio «democrazia parlamentare» suoni di merda alle orecchie di un Di Battista qualsiasi. I miei coetanei pensano che «La Democrazia» sia Casini che gioca a risiko. Capisci? Hanno visto unicamente le tue interpretazioni, non hanno alcuna voglia di leggere, pensano che il gioco sia il gioco che giochi tu (e, giustamente, vogliono giocare a quacos'altro).
   La situazione è questa: non c'è persona della mia età che, vedendo Casini in TV, non si collochi all'interno dello spettro sottoraffigurato:
+___________________________________________________________+che palle, ancora!!                 Vorrei spazzarlo via con un fucile sparasabbia...
   Ma Casini e gli altri "adulti" della politica fingono di non capire. E ci portano alla rovina.
   Caro PierFi, hai giocato. Basta. Se davvero vuoi bene al tuo paese sparisci dalla scena politica e televisiva, volontariamente: oggi, qui, subito. Assieme a te ho l'impressione che sparirebbero tanti altri sessantenni, inclusi quelli che piacciono tanto a noi gioovani. Sarebbe bello. Sarebbe.

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