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In Svezia la tesi (uppsats) completa il percorso di studi come in Italia, sono diverse però la sua importanza, valutazione e discussione. Prima di tutto è più breve: sono richieste 40-45 pagine. Di conseguenza le viene dedicato meno tempo. La mia laureanda ha iniziato a lavorarci a ottobre, e voleva laurearsi già alla sessione di inizio gennaio, ma poi si è resa conto che non era ancora pronta (per fortuna da sola... non dovevo imporle io la proroga), e si è laureata alla sessione di fine marzo.
Quanto al voto, lo stesso sistema assurdo di G (buono) e VG (molto buono) che si usa per gli esami. Devo ancora capire come un datore di lavoro sia capace di fare distinzione tra i diversi candidati neo-laureati...
La cosa ancora più interessante è la discussione (examensarbete). Io ho partecipato, ma non ho dovuto intervenire. Avrei potuto, ma non l'ho fatto anche perché alla fine la discussione era in svedese. Non tanto per la mia laureanda che non aveva nessun problema a parlare in inglese, quanto per gli altri due studenti, le quali invece hanno scritto la loro tesi in svedese. Perché la discussione qui funziona così: a fare da contro-relatore è un altro studente. In pratica una discussione è fatta per un gruppetto di tre studenti. Si fanno da contro-relatori (opponering) tra di loro in questo modo: A a B, B a C e C ad A, quindi non in modo reciproco per evitare favori reciproci. E' lo studente contro-relatore a presentare la tesi del laureando e a fargli delle domande. Il tutto si conclude nel giro di un'ora, un'ora e mezza circa (in tutto, per tutti e tre studenti).
I contro-relatori si limitano a presentare la tesi e a fare domande, ma non decidono il voto. Quello è il compito del relatore (handledare), cioè mio. Anche se formalmente io solo suggerisco il voto (compilando una scheda di valutazione dettagliata dove devo valutare diversi aspetti, dalla metolodogia al linguaggio utilizzato nella tesi oltre che la discussione stessa), e un altro professore, responsabile per quella sessione di laurea e presente alla discussione, deve approvarlo. Un po' come in Italia, dove è il relatore a suggerire il voto alla commissione di laurea, e questa raramente non lo accetta.
Un'altra differenza dall'Italia è come avviene il conferimento del titolo. Qui si fa come si vede nei film americani, a una cerimonia ufficiale e molto solenne si consegna il diploma a tutti i laureati di quell'anno. La mia laureanda riceverà il suo diploma a inizio giugno, e se potrò andrò a vederla.
A questo punto non posso non fare un paragone anche con l'Ungheria. Anche perché io mi ero laureata in Ungheria, non in Italia. Il sistema italiano lo conosco da membro della commissione di laurea e non da laureanda. In Ungheria la tesi di laurea (szakdolgozat) per certi versi funziona in modo simile alla Svezia. Sono richieste un minimo di 50 pagine (ma la mia per esempio era di 78 pagine più numerosi allegati), e generalmente nessuno passa più di un semestre per scriverla (in un semestre, il nono, durante il quale hai ancora dei corsi da frequentare e degli esami da dare), anche se si può iniziare a lavorarci verso maggio del semestre precedente.
In Ungheria la discussione è all'inizio del decimo semestre, nel mese di febbraio, e l'ultimo semestre (qui la differenza sia dalla Svezia che dall'Italia) dedicato a un tirocinio e agli esami finali. L'esame finale (záróvizsga o államvizsga ovvero 'esame di stato', ma meglio non chiamarlo così, dato che in Italia quello è un'altra cosa che non precede ma segue la laurea) generalmente è uno solo, soltanto a giurisprudenza è diviso in cinque parti. In ogni caso comprende le materie centrali del corso di laurea. A giurisprudenza, per esempio, sono cinque grandi aree di diritto sostanziale (la procedura è lasciata all'esame di avvocato/magistratura). L'obiettivo è di vedere se il laureando ha una visione d'insieme del proprio settore, dato che durante il corso di laurea di queste materie sono divise in più esami semestrali.
Quindi la discussione della tesi (szakdolgozat-védés) non è l'ultima prova per i laureandi ungherese, e il contro-relatore è un altro professore, non uno studente. Ma la discussione si svolge a porte chiuse, amici e familiari vengono poi alla cerimonia solenne che si organizza alla fine dell'anno accademico come in Svezia. E' diverso, invece, il sistema di voti (di laurea) che però adesso non vi sto a raccontare, perché mi sono già dilungata troppo. Di voti (di esame) ho già scritto qualche mese fa in questo blog.
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