Questo
interessantissimo articoloscritto
da Pietro A. offre sicuramente molti spunti di riflessione.
L'idea
di base è buona: dotare tutti i cittadini di uno strumento
elettronico in grado di fornire immediatamente i dati del paziente;
solo che
le idee che propone sono ormai superate.
Questo
perchè con l'avvento del Cloud
Computing
non è necessario dotarsi di supporti di memoria portatili;
infatti basta una chiave di accesso ed un terminale connesso per
accedere a tutti i dati. Quindi
la
cosa potrebbe essere fatta in maniera più semplice ed
economica
già da domani rispetto
a quanto proposto da Pietro.
Infatti
tutti i medici di famiglia hanno ormai archiviati i dati dei loro
pazienti sia in locale che su server di sicurezza. Un'architettura
ben rodata, basti pensate che tutte le prescrizioni ad oggi vengono
inviate al Ministero
per far i conti della spesa pubblica.Contemporaneamente
tutti i cittadini hanno in tasca due strumenti: la tessera
sanitaria
con relativo codice a barre e uno smartphonein
grado di leggere i suddetti codiciBasterebbe
semplicemente connettere
i database medici
e
fornire i soccorritori di un programma in grado di accedervi
tramite il codice a barre della tessera
sanitaria;
addirittura,
per garantire ulteriormente la privacy dei pazienti, potremmo pensare
di dotare i soccorritori di diversi livelli d'accesso in modo da
suddividere i dati utili in emergenza dalla storia clinica completa
del paziente.Programma
in parte già scritto, dato che le farmacie comunicano l'acquisto dei
farmaci al fisco proprio mediante il codice a barre della nostra
tessera sanitaria (ricordando
che
il riutilizzo del codice esistente è previsto dal nostro
ordinamento).In
fin dei conti basterebbe solo ed esclusivamente mettere in
comunicazione strutture già esistenti, senza la
necessità di ricorrere a
SD, USB,
CD
o
altro, ricordando
che tutte queste periferiche “soffrono” di ingenti costi sia
economici che ambientali, nonché di difetti di retrocompatibilità
o di compatibilità futura dato che quello che oggi è lo standard
d'accesso domani potrebbe non esserlo più (basti pensare ai floppy o
alle porte seriali, ed ormai anche dei CD).
Per
quanto riguarda la questione dei formati ho già chiarito la
posizione
della medicina. Esiste il formato DICOM ch'è uno standard
approvato, libero ed adottato. Il problema non è nello standard, ma
nei software di supporto forniti
all'utente; quest'ultimi sono spesso proprietari ma esistono
alternative libere altrettanto valide (in certi casi nettamente
superiori) che possono sopperire alla mancanza, come
dichiarato anche da Salvatore Iaconesi trovatosi proprio in
questa situazione.