Magazine Società
I cartelloni pubblicitari che riporto sono ovunque in Svizzera, quella italiana inclusa. Fanno parte di una campagna pubblicitaria aggressiva (yes, aggressiva) di due associazioni ecumeniche (pare) con in testa una idea fissa: dio.
Resto corto, vado al punto: è una campagna di reclutamento (ci sarebbe un altro nome, ma questo è il solo corretto). In un periodo come quello che stiamo attraversando (crisi euro, banche, politica planetaria fallimentare, rischio guerra in Medio Oriente, rischio guerra oltre Medio Oriente, rifugiati, gente che ci piace definire diversa da noi che arriva da ovunque, ecc.) ecco che le chiese e - soprattutto - le varie correnti e sette e pseudosette e in sostanza associazioni ufficialmente dedite al lavaggio del cervello altrui escono alla luce o all'aperto. Come un ragno abbandona la sua tela e va a caccia. E ti vengono addosso con una infinita serie di slogan ("Gesù Cristo dice: io sono la luce del mondo") che sono come una boccata mandata giù profonda di fumo potente, vedete cosa voglio dire.... Fumo sballante.
Conosco le terre nelle quali i furbi rinsecchiscono il cervello della gente propinandogli questa ricetta: "l'Islam è la soluzione". A tutto, si capisce. Palle immense. Funziona, però. La gente, che non sa più dove sbattere la testa, accorre. E perde quel poco di testa che le restava.
I cartelloni che vedete riportati qui sopra sono in tutte le città nelle quali vivete e propongono la stessa minestra: la religione (cristiana: si capisce) è la soluzione.
Devono avere un bel po' di soldi per questa pubblicità. Troppi.
Mi piacerebbe svegliarmi domani, farmi un giro per bere un caffè, e scoprire cartelloni diversi che dicono: ragionate, piano piano, mettete in relazione le cose che vi dicono e che vogliono farvi credere, confrontate le notizie. Scavate, leggete e rileggete le dichiarazioni dei politici. E dei preti. E dei gruppi di cristiani che vogliamoci tutti bene purché cristiani o futuri tali (capito?).
Che devastante fesseria. Che imbroglio.
Christopher Hitchens aveva scritto un libro: "god is not great", dio non è grande. Salman Rushdie gli aveva mandato un biglietto per dirgli che quel titolo aveva un aggettivo di troppo.
Non arrivo a tanto. Va bene dio, la percezione del divino come mistero, segreto, spinta alla ricerca di qualsiasi tipo essa sia. Ricerca privata. Non pubblica. Mai pubblica.
Il lavaggio del cervello mai. Mai attraverso una parrocchia, un pulpito, una piazza, una chiesa evangelica, un pastore con 7 figli e la forfora e il maglioncino (sempre quello) comprato nel 1964, mai attraverso il ragionamento fanatico di una che ha visto dio (no doubts) o la certezza che sa di chiuso (di un mondo chiuso) di chi insomma ti fa capire che sei un poverino che ancora non ci sei arrivato. Che la fede è un dono. E se non ce l'hai ti manca qualcosa.
Diciamolo: che palle. La stessa musica, uguale: uguale a quei musulmani che accusano chi non la pensa come loro di essere dei cattivi musulmani.
Non mi piacciono i divieti superficiali. Mi piace, invece, la provocazione.
Quindi, sto pensando a un cartellone, a uno soltanto: USA LA TUA TESTA.
Che figata: usare la propria testa. Senza paragone.
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