È stato un golpe quello verificatosi in Thailandia nelle ultime ore? Secondo il generale dell’esercito Prayuth Chan-ocha, no. Costui afferma infatti che la legge marziale messa in atto dai militari è volta unicamente a porre fine “ai disordini e alle violenze” degli ultimi mesi da parte di manifestanti anti-governativi.
Il generale aggiunge inoltre che alle forze armate è stato dato solo il compito di provvedere alla sicurezza nazionale, mentre gli altri incarichi sarebbero ancora nelle mani del governo. Eppure quel provvedimento ha dato all’esercito la facoltà di oscurare dieci TV satellitari e di censurare i media, “per evitare che possano creare incomprensioni e disordini”.
Gli Stati Uniti, attraverso le parole del portavoce Jen Psaki, precisano a Bangkok che la legge marziale deve essere “temporanea. Tutte le parti in campo devono rispettare i principi democratici e garantire la libertà d’espressione”. Psaki ha anche sottolineato la necessità di nuove elezioni “che determinino la volontà del popolo”, viste le violente proteste degli ultimi mesi.
Anche il Giappone non manca di esprimere “preoccupazione” attraverso il portavoce Yoshihide Suga: “Sollecitiamo con forza le parti interessate a dare prova di moderazione e a non usare la violenza. Speriamo vivamente che la situazione venga affrontata in modo pacifico e democratico”. Tokyo ha inoltre assicurato che si impegnerà a garantire la tutela dei giapponesi che vivono in Thailandia.