Questo romanzo esce per la prima volta a puntate sulla rivista “La nuova arena” per essere poi pubblicato nel 1900 con il titolo Le Tigri di Mompracem e incluso nel ciclo I pirati della Malesia.
Esso introduce, nella letteratura salgariana, il celeberrimo personaggio di Sandokan. A capo di una banda di pirati, detti appunto le “Tigri di Mompracem”, il temerario combattente è impegnato nella lotta contro i colonialisti inglesi ed olandesi. Al suo fiannco, il valoroso compagno di avventura Yanez, soprannominato “Tigre Bianca”.
In seguito all’ennesima battaglia, stavolta persa a causa del tradimento di uno dei suoi uomini, Sandokan si ritrova sulle rive di Labuan, isolotto controllato dalla marina britannica. Non essendo riconosciuto, viene accolto in casa di Lord Guillonk, che gli offre le sue cure.
La “Tigre della Malesia” si finge, allora, un principe del Borneo e conquista l’amore di Lady Marianna, figlia del suo ospite. Ma la sua vera identità non tarda a venir fuori. Durante una battuta di caccia, infatti, viene smascherato ed è costretto a scappare.
Ricongiuntosi al suo equipaggio, viene a sapere che la sua amata, chiamata la “Perla di Labuan” per il colorito candido della pelle, è stata promessa in sposa a Sir Rosenthal, suo acerrimo nemico.
Sandokan decide, dunque, di tornare sull’isola per salvare Marianna dall’amaro destino e sposarla. Dopo un’aspro combattimento con con le truppe di Lord Guillonk, riesce finalmente a liberare la ragazza e si rimette in viaggio verso Mompracem.
Ma al ritorno le tigri si accorgono che, in loro assenza, il rifugio aveva subito un attacco nemico. Viene, perciò, ingaggiata un’altra battaglia durante la quale i novelli sposi vengono fatti prigionieri. Fingendosi morto, però, Sandokan riesce liberare entrambi.
Questo romanzo, dunque, segna l’entrata in scena di una delle figure più note della narrativa italiana, presente nell’immaginario collettivo come simbolo di un mondo esotico e avventuroso che non smette mai di affascinare.