Volete leggere una storia in
cui una spietata volontà di morte e vendetta degna di Moby Dick si amalgama con un definitivo e duro paesaggio simile al Grande Nord cantato da Jack London? Volete
leggere una storia in cui la saggezza tramandata da Dersu Uzala vive a contatto con le schegge
dell’ex impero sovietico e con ambienti degni di un’inchiesta dell’ispettore
Arkady Renko? Volete leggere una storia che fonde i piani narrativi della
docufiction letteraria, del reportage giornalistico di ampio respiro e del
romanzo d’avventura? Allora dovete leggere La tigre, un’avventura
siberiana di vendetta e sopravvivenza.
Prendendo le mosse da fatti
realmente accaduti nell’estremo oriente russo, John Vaillant, giornalista e
scrittore i cui reportage sono apparsi sul New Yorker, su The
Atlantic e su National Geographic, costruisce una narrazione intensa
come un noir di razza e completa come un saggio di politica, di economia e di
etologia.
Quella che leggerete non è
soltanto la caccia che un gruppo di uomini conduce alla ricerca di una tigre
che sembra aver assorbito l'umana predisposizione alla violenza gratuita, ma
una vera e propria analisi di un habitat dove a poco a poco si comprende che le
leggi della natura, dell’economia, della storia sono sorprendentemente
intrecciate.
La tigre è un vero e
proprio viaggio attraverso il divenire dei tempi, in cui, senza proclami ma per
mezzo di digressioni sempre puntuali e complete, la storia dell’umanità viene
analizzata nel suo rapporto inevitabile con l’ambiente. Il microcosmo che fa da
sfondo a La tigre si trasfigura in palcoscenico sul quale si muovono
interessi economici, multinazionali, malavita organizzata, ex imperi e imperi
in ascesa. E ogni corso e ricorso storico si abbatte inevitabilmente sulla vita
e sulle sfortune dei molti diventando al contempo volano del potere dei pochi,
al di là di ogni apparente differenza o divisione politica e ideologica.
Questo oggetto narrativo che
fonde saggio, romanzo e reportage giornalistico va letto come un esaustivo
manuale che illustra, come pochi altri, una realtà politica, sociale ed
economica che è il naturale sbocco delle mutazioni politiche avvenute dopo la
caduta della Cortina di Ferro.
John Vaillant ci ricorda che
ogni essere umano è parte di una struttura estremamente complessa e che ogni
volta che quella struttura viene posta in pericolo (dagli interessi economici e
politici) è la stessa umanità a correre dei rischi.
Forse quella tigre siamo noi.
Un libro.
La tigre, un’avventura
siberiana di vendetta e sopravvivenza, di John Vaillant (Einaudi).
Magazine Libri
Volete leggere una storia in
cui una spietata volontà di morte e vendetta degna di Moby Dick si amalgama con un definitivo e duro paesaggio simile al Grande Nord cantato da Jack London? Volete
leggere una storia in cui la saggezza tramandata da Dersu Uzala vive a contatto con le schegge
dell’ex impero sovietico e con ambienti degni di un’inchiesta dell’ispettore
Arkady Renko? Volete leggere una storia che fonde i piani narrativi della
docufiction letteraria, del reportage giornalistico di ampio respiro e del
romanzo d’avventura? Allora dovete leggere La tigre, un’avventura
siberiana di vendetta e sopravvivenza.
Prendendo le mosse da fatti
realmente accaduti nell’estremo oriente russo, John Vaillant, giornalista e
scrittore i cui reportage sono apparsi sul New Yorker, su The
Atlantic e su National Geographic, costruisce una narrazione intensa
come un noir di razza e completa come un saggio di politica, di economia e di
etologia.
Quella che leggerete non è
soltanto la caccia che un gruppo di uomini conduce alla ricerca di una tigre
che sembra aver assorbito l'umana predisposizione alla violenza gratuita, ma
una vera e propria analisi di un habitat dove a poco a poco si comprende che le
leggi della natura, dell’economia, della storia sono sorprendentemente
intrecciate.
La tigre è un vero e
proprio viaggio attraverso il divenire dei tempi, in cui, senza proclami ma per
mezzo di digressioni sempre puntuali e complete, la storia dell’umanità viene
analizzata nel suo rapporto inevitabile con l’ambiente. Il microcosmo che fa da
sfondo a La tigre si trasfigura in palcoscenico sul quale si muovono
interessi economici, multinazionali, malavita organizzata, ex imperi e imperi
in ascesa. E ogni corso e ricorso storico si abbatte inevitabilmente sulla vita
e sulle sfortune dei molti diventando al contempo volano del potere dei pochi,
al di là di ogni apparente differenza o divisione politica e ideologica.
Questo oggetto narrativo che
fonde saggio, romanzo e reportage giornalistico va letto come un esaustivo
manuale che illustra, come pochi altri, una realtà politica, sociale ed
economica che è il naturale sbocco delle mutazioni politiche avvenute dopo la
caduta della Cortina di Ferro.
John Vaillant ci ricorda che
ogni essere umano è parte di una struttura estremamente complessa e che ogni
volta che quella struttura viene posta in pericolo (dagli interessi economici e
politici) è la stessa umanità a correre dei rischi.
Forse quella tigre siamo noi.
Un libro.
La tigre, un’avventura
siberiana di vendetta e sopravvivenza, di John Vaillant (Einaudi).
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