Per pura comodità pubblicheremo solamente la top 100 analizzando tuttavia la top 10 approfonditamente e menzionando a dovere i protagonisti della top 32, quasi a sottolineare chi è meritevole di partecipare al mondiale “di sempre”.
Quali punteggi abbiamo utilizzato? Gli stessi utilizzati per calcolare il ranking di tutti i tempi delle nazionali. E quindi: 7 punti a chi vince un incontro durante i tempi regolamentari, 6 punti per chi vince ai supplementari, 5 punti per chi trionfa ai rigori, mentre il pareggio vale 4 punti per selezionatore. Le sconfitte: 1 punto viene assegnato a chi perde nel corso dei tempi regolamentari, 2 punti a chi esce sconfitto dai supplementari e 3 punti a chi perde alla cosiddetta lotteria dei rigori.
A quanto detto sopra va considerata la differenza reti, positiva o negativa che sia, che una squadra ottiene al termine di ogni partita. Verrà quindi aggiunto 1 punto decimale ai punteggi riportati sopra e ne verrà tolto 1 per ogni goal di differenza reti, di partita in partita.
Infine viene riconosciuto un bonus di 8 punti per ogni passaggio di turno e per la vittoria finale (a differenza del ranking per nazionali non viene invece concesso un bonus di 8 punti per la sola qualificazione alla fase finale della Coppa del Mondo). Resta esclusa da questo bonus di 8 punti anche la vincitrice della finale per il terzo e quarto posto non essendo una vittoria finale di torneo e tantomeno un autentico passaggio di turno, bensì un passaggio di mezzo.
Qualche esempio concreto per far capire meglio i punteggi applicati, utilizzando gli stessi della classifica scorsa: Italia – Inghilterra 2-1. Cesare Prandelli riceve 7 punti e Roy Hogdson 1. Tuttavia l’italiano si ritrova 1 punto decimale per la differenza reti e l’Inglese 1 in meno. Pertanto a fine partita Prandelli avrà totalizzato 7.1 e Hogdson 0.9. Germania – Brasile 7 – 1. Joachim Loew totalizza un punteggio di 7.6 mentre Felipe Scolari di 0.4. Inoltre a Loew vengono aggiunti 8 punti per il passaggio del turno. In finale invece la Germania ha sconfitto per 1-0 l’Argentina ma ai tempi supplementari. Il punteggio finale per i nostri CT sarà di 6.1 per Loew e di 1.9 per Alejandro Sabella, con il primo che si ritrova anche gli 8 punti di bonus per la vittoria della coppa del mondo.
Abbiamo messo in grassetto i primi 32 allenatori ed in corsivo quelli che hanno partecipato al mondiale appena terminato, Brasile 2014.
Ed il miglior Commissario Tecnico di ogni tempo è il tedesco Helmut Schoen, capace di guidare la Germania Ovest in ben quattro mondiali ottenendo la vittoria nel mondiale giocato in casa, un terzo posto dopo aver perso la leggendaria semifinale contro l’Italia in Messico e la finale dei mondiali inglesi ai supplementari, contro i padroni di casa, nella partita più contestata della storia dei mondiali. E se non bastasse, in quattro mondiali Schoen ha perso una sola partita entro il novantesimo, seppur contro la Germania Est, in un derby dai contenuti politici prima ancora che sportivi. Sconfitta ancor meno significativa se si considera che la Germania Ovest era già matematicamente qualificata al turno successivo e che questo risultato gli ha permesso di evitare il girone di semifinale con la temutissima Olanda, poi sconfitta in finale.
Al secondo posto si classifica per pochi punti Felipe Scolari, anzi per la precisione Luis-Felipe Scolari. Una posizione che potrebbe apparire quanto mai impopolare visto che a detta di tutti le maggiori responsabilità per il tracollo del Brasile nella semifinale contro la Germania del mondiale appena concluso sono sue. Vero. Ma è vero soprattutto che Scolari in tre mondiali disputati è sempre giunto alle semifinali, trionfando nel mondiale del 2002 col Brasile e portando ad un insperato quarto posto il Portogallo al mondiale di Germania quattro anni dopo. Non gli fosse sfuggita di mano la situazione in semifinale contro il Brasile, Scolari avrebbe probabilmente passato Schoen diventando il più grande di sempre. Insomma, il passato non può essere cancellato da una partita completamente sbagliata. Un tema quest’ultimo che ritroveremo applicato a molti altri selezionatori.
Felipao Scolari precede un duetto di connazionali niente male. Terzo è infatti Mario Zagallo. Un altro che al mondiale non sa far male. Pensate: Campione del mondo nel 1970 (primo in assoluto a vincere la Coppa del Mondo da allenatore dopo averla vinta da giocatore), quarto classificato nel 1974 e finalista nel 1998 in Francia, quello della finale condizionata dall’Affaire Ronaldo. Anche per Zagallo, così come per Scolari, una singola partita è stata presa ad esame per giudicare un’intera carriera. Doveva o non doveva mettere Ronaldo in finale? Il campo ha detto di no, ma a posteriori abbiamo tutti ragione. Ecco il motivo per il quale secondo noi Zagallo ben merita questo podio d’ogni tempo dei migliori CT.
Lo segue quel Carlos Alberto Parreira trionfatore ad USA ’94 col Brasile, deludente sempre con la sua nazionale nel 2006 e per il resto specialista assoluto nell’allenare le nazionali medio-orientali. Quelle ricche di soldi ma tanto tanto povere di tecnica ed organizzazione. Parreira si è anche contraddistinto per essere tra i pochi CT ad essere esonerato a mondiale in corso. Nel 1998 infatti l’Arabia Saudita, mancata la qualificazione agli ottavi anzitempo, decise di rimuoverlo dall’incarico per la terza partita che ovviamente persero comunque. Cosa accadde in quel mondiale non si sa. Fatto sta che Parreira era in buona compagnia dato che altri due colleghi in quell’edizione furono esonerati anzitempo. Ad ogni modo Parreira dovrebbe aver concluso le proprie esperienze mondiali guidando il Sud Africa nel 2010. Sarà vero? Staremo a vedere.
A seguire due CT che hanno nell’altro la propria nemesi. Incredibile il cammino dei due, capaci di ritrovarsi di fronte sempre in finale ed in due mondiali consecutivi, spartendosi tra l’altro le vittorie. Uno è il leggendario Franz Beckenbauer, secondo e ultimo in grado di laurearsi campione del mondo come calciatore prima e come selezionatore poi, mentre l’altro è l’argentino Carlos Bilardo. I due sono separati da appena 0.3 punti. La matematica non transige ma l’aspetto romantico avrebbe di certo privilegiato un pari.
Dietro i due grandissimi una new entry tra coloro che fanno parte della storia dei mondiali. Joachim Loew CT della Germania appena laureatasi campione del mondo e alla guida dei tedeschi anche nel terzo posto raggiunto in Sud Africa quattro anni fa. L’Impressione è che se Loew non abdicherà dopo gli Europei 2016 (indipendentemente dai contratti) la storia di questa classifica andrà completamente riscritta.
A seguire Loew un suo illustre predecessore, Joseph “Sepp” Herberger. Padre del calcio tedesco pre e post seconda guerra mondiale, vincitore della Coppa Rimet nel 1954. Un generale ancora oggi amato e venerato dai veri appassionati di calcio tedeschi.
In nona posizione il primo degli italiani. Quell’Enzo Bearzot campione del mondo nel 1982 e capace di stupire tutti già nel 1978, guidando in Argentina una nazionale capace di sconfiggere i padroni di casa e futuri campioni del mondo e di rendere la vita difficile quando non impossibile anche all’Olanda e alla Francia di Platini. Come per altri CT, il pessimo mondiale 1986 è solo una macchia incapace di coprire quanto di buono è stato fatto prima.
Chiude la Top10 uno dei migliori allenatori di sempre. Non importa si tratti di un club o di una nazionale. Con Guus Hiddink ogni calciatore rende un 30% in più di quanto effettivamente vale e di conseguenza ne guadagna tutta la squadra. Conscio che le sue indubbie qualità sarebbero state sempre lautamente pagate, Hiddink non ha mai sposato nessuna squadra o nazionale, andando sempre dove c’era l’offerta migliore e raggiungendo sempre o quasi un risultato fuori da ogni aspettativa. Una tendenza che l’olandese non ha perso neanche oggi. Ai mondiali è riuscito a portare quarta la suaOlanda nel 1998, la Corea del Sud incredibilmente quarta nel 2002 e l’Australiaincredibilmente agli ottavi nel 2006. Dubitiamo che la sua storia ai mondiali possa essere terminata.
Appena fuori dalla top 10 troviamo Vittorio Pozzo. Il giornalista italiano capace di vincere due mondiali con l’Italia. Pozzo paga le poche partite giocate per vincere le due Rimet di fila. Colpa della formula di allora che prevedeva poche partite e l’eliminazione diretta sin dal primo turno. Lo segue un allenatore assunto a livelli mitologici per le generazioni degli anni novanta. Il serbo Bora Milutinovic, anche lui capace di miracoli incredibili come portare agli ottavi il Costa Rica a Italia ’90 e GliStati Uniti nel 1994. Nel 1986 con il Messico è mancata più la fortuna che le capacità, mentre nel 1998 con la Nigeria le attese che circondavano la squadra erano forse superiori alle effettive qualità della nazionale.
Di seguito menzione d’onore per Guy Thys, tra i padri fondatori del magnifico calcio belga degli anni ’70 e ’80, il maestro Oscar Washington Tabarez, il campione del mondo Alf Ramsey, unico ad aver tirato fuori una coppa dalla nazionale inglese eSven-Goran Eriksson che con l’Inghilterra avrebbe certamente sperato di raccogliere qualcosa in più nei due mondiali disputati e visto anche il principesco contratto che la FA gli onorava. E’ molto curioso come i due si ritrovino uno attaccato all’altro.
Due dei vincitori degli ultimi tre mondiali, Marcello Lippi e Vicente Del Bosque, sono divisi da Bobby Robson, dietro al solo Ramsey come allenatore delle nazionali inglesi come risultati ottenuti avendo portato l'Inghilterra alle semifinali nel 1990 (andando fuori solamente ai rigori contro i futuri campioni della Germania Ovest), mentre Josè Pekerman si piazza ventesimo a suon di semifinali sfiorate e mancate di un pelo. Dietro di lui Cesar-Luis Menotti campione del mondo 1978 che precede Juergen Klinsmann. L’ex panzer dell’Inter sembra essersi specializzato nel calcio per nazionali ed è quindi assai probabile che nel prossimo decennio possa entrare nell’elite di questa particolare classifica.
In ventitreesima posizione troviamo Henri Michel. Poteva vincere il titolo nel 1986 con la Francia di Platini e non c’è riuscito. Poi ha sempre guidato nazionali di secondo piano senza mai impressionare. Precede il connazionale Aimè Jacquet campione del mondo 1998 che paga le poche apparizioni nella massima competizione mondiale. ATelè Santana non sono bastati due Brasile stratosferici come quello del 1982 e quello del 1986 per essere tra i migliori di sempre, mentre il romantico George Raynor lo segue staccato di 0.6.
Berti Vogts verrà probabilmente ricordato come il CT di due fra le peggiori Germania di sempre, uscite ai quarti di finale sia nel 1994 che nel 1998. Prima e dopo di lui, chiunque ha fatto meglio alla guida della nazionale tedesca. A seguirlo troviamo il russo Gavril Kachalin, primo esponente del cosiddetto calcio scientifico sovietico.
L’uruguagio Juan Lopez Fontana campione del mondo 1950 precede il brasiliano Vicente Feola, anche lui campione del mondo. I due si piazzano davanti al commissario tecnico più antipatico della storia del calcio: Raymond Domenech. Ve lo ricordate sì?
Chiunde la top32 Bert Van Marwijk, olandese finalista nel 2010 e sconfitto solo ai supplementari.
Questa è la top32 dei 334 allenatori che da selezionatori unici, in coppia o sotto commissione tecnica hanno preso parte ai mondiali.
Il post è originariamente apparso sul Blog "Calcio e altri elementi", di Marco De Santis