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La torre del Mulino Parisio abbattuta ed il senso di quartiere

Creato il 09 giugno 2012 da Silvanascricci @silvanascricci

La torre del Mulino Parisio abbattuta ed il senso di quartiere

Li trovi, normalmente, davanti ai cantieri e commentano l’andamento, la modalità e la tempisitica dei lavori pubblici.

E non sono mai d’accordo nè fra di loro nè, tantomento, con quelli che i lavori sono preposti a farli.

Sono gli ùmarel di Bologna.

Sono un po’ di mattine che li vedo; sono fermi a cappanello con il naso all’insù.

Guardano tutti la torre del mio quartiere che, a causa dei recenti terremoti, è crepata e rischia di cadere.

Tutti hanno la loro personale opinione e non si esimono dall’esprimerla: “la casca, la casca…”, “an casca mega, la supportè anca i carr’armè”, “e anca al bomb”, “eh ma la crepa l’è bròtta, l’è bròtta dimondi”.

Vanno avanti tutta la giornata, sembra un film e starli ad ascoltare risulta alquanto divertente.

L’altra faccia della medaglia della situazione sono i fotografi (l’ho fatto pure io quindi non c’è ironia alcuna), la torre del Mulino Parisio nei suoi quattro secoli di storia non è mai stata tanto fotografata ed ammirata.

Come tutte le cose che abbiamo sotto gli occhi non la vedevamo neppure più; nel momento della perdita, improvvisamente, tutto il quartiere si rende conto della sua esistenza e del dispiacere nel non averla più davanti agli occhi.

Se ne stanno tutti con il naso in aria ad osservarla come se l’atto potesse sostenerla e puntellarla; persone che si portano le sedie da casa, si piazzano in mezzo alla strada, osservano e considerano.

Le strade limitrofe (compresa quella di casa mia) sono state completamente chiuse al traffico, si vedono scene di altri tempi: ragazzini che si rincorrono in bicicletta, altri che giocano a pallone, adulti che chiaccherano fra di loro, il tutto in mezzo alla strada; si sentono gli uccellini che cinguettano, i rumori di lavori domestici che escono dalle finestre aperte.

Se non fosse per la torre che oggi verrà abbattuta sarebbe perfetto, un quartiere restituito ai cittadini che lo occupano, lo vivono e lo godono.



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