La tortura dei libri – la censura della mente.

Da Chiara Lorenzetti

Questa storia oggi ve la racconto così, a piccoli morsi, perché non si riesce davvero a raccontarla tutta per davvero. Ho passato anche tempo a confrontare date e notizie per essere sicura che non fosse una bufala o uno scherzo della rete. Purtroppo è tutto vero.

Questo signore qui è Luigi Brugnaro, neo eletto sindaco di Venezia, sostenuto dal centrodestra.

Come da campagna elettorale, appena insediato, ha fatto togliere dalle scuole materne ed elementari una lista di 1098 libri, accusati di essere fautori della teoria dei gender, ovvero per capirci, libri che trattano di famiglie alternative, non composte da padre e madre, ma da genitore 1 e genitore 2.
Non una vera demonizzazione a suo dire, ma motivato dalla convinzione che di certi argomenti se ne debba parlare a casa, non a scuola. Gli stessi libri sono invece stati lasciati nelle biblioteche, perché così ognuno ha la libertà di consultarli.

Stesso destino dei libri, Brugnaro lo destina a quelli presenti nelle biblioteche, con la revoca dei servizi di esternalizzazione nella gestione delle stesse, con conseguente perdita di 18 impiegati, che garantiscono servizio a tempo pieno, con aperture il sabato e svariati servizi annessi.

Di tutto questo nel dettaglio troverete nell’articolo di Roberto Ferrucci: “La cultura è sotto tiro a Venezia” (qui);
nell’articolo di  Carlo di Gennaro sulle biblioteche: “Brugnaro, ascoltaci”: incatenati alla biblioteca contro i licenziamenti” (qui) e nell’articolo di Francesco Furlan sui libri per bambini con teoria gender: “Il neo sindaco “Via i libri gender dalle aule di Venezia” (qui).

Temo questo tipo di comportamento; temo chi tocca i libri perché leggere è uno dei pochi modi per tramettere cultura, per insegnare, per aprire la mente, per vincere i pregiudizi: più leggi e più cresci.
E questo, certe persone, lo sanno.

Così, solo per rinnovare la memoria
Roghi libri da Wikipedia (qui)
Indice dei libri proibiti del 1558 (qui, sempre wikipedia)

Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse. Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non si sa quale direttore d’orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia”
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury  (1953)

Chiara


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