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La tracina

Creato il 20 giugno 2013 da Markmarinaio

bzTrachinus draco  (Linneaeus,1758)

Nome Volgare : Tracina.

Colore: Bianco di fondo, giallo beige marezzato di bruno o di nero.

Descrizione: Corpo cilindrico un po’ appiattito sul ventre, testa arrotondata e grande bocca rivolta verso l’alto. Spina velenifera sul dorso.

Habitat: Specie demersale- Distribuzione batimetrica 1-300 metri.

Condizioni climatiche: Clima temperato.

Distribuzione: Atlantico orientale e Mediterraneo.

Riproduzione: Primavera-estate. Maturità sessuale dopo i tre anni di età.

Alimentazione: Piccoli pesci e crostacei.

Dimensione massima: 50 cm circa.

Biologia: Vivono immerse sul fondale sabbioso, sferrano l’attacco scattando verso la preda con dei forti colpi di coda.

Indicazioni per la pesca

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Pesca sportiva: Palamiti di fondo o bolentino.

Pesca professionale: Reti a strascico, sciabiche e reti da posta.

Periodo di pesca: Aprile-ottobre.

 Condizioni meteo-marine: —

Qualità delle carni: Carni bianche abbastanza sode, Sapore delicato apprezzata in molte regioni dell’ Adriatico.

Note: I pesci ragno sono dotati di aculei velenosi sul dorso, che utilizzano a scopo difensivo. Tuttavia, non è raro per gli esseri umani venire a contatto con questi pesci, sia sulle spiagge sia durante la pesca.
Il dolore è molto forte, un bruciore profondo che si irradia dalla ferita lungo tutto l’arto, raramente arrivando fino all’inguine o all’ascella (a seconda dell’arto colpito), raggiungendo il suo massimo dopo 30-45 minuti dalla puntura, perdurando a volte per 24 ore, con strascichi di formicolii e insensibilità.
Nonostante il forte dolore (si dice che i pescatori che si pungevano in antichità venissero legati per evitare che si uccidessero buttandosi a mare) il veleno non è pericoloso per l’uomo e tutto si risolve in fretta. Piuttosto spesso però per lo shock doloroso l’organismo reagisce con nausea, vomito, tremori, svenimenti e giramenti di testa. Sono necessarie profilassi antidolorifica e antitetanica.
Per un primo soccorso è utile immergere la zona colpita in acqua molto calda (anche salata) per due ore o almeno un’ora, o anche 30 minuti sotto la sabbia riscaldata dal sole, poiché il veleno ètermolabile. Premere per qualche istante sulla ferita per favorire l’uscita di sangue e ridurre il rischio di infezione.

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La spina velenifera della tracina



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