L’opera di padre Serafino da Salandra è accostata spesso al “Paradiso perduto” di Milton ma letta oggi rivela inattesa inquietante modernità
Gli occulti deliri della mente, e gli nascosti attentati del Cuore
humano, gli è più che vero, Reverendissimo Padre, che solo son’aperti à
quell’occhio, che mai conobbe benda, men’in cosa creata ombratura alcuna.
Così comincia l’opera “Adamo Caduto” scritta da Padre Serafino da Salandra nel 1646. L’opera è una tragedia sacra in versi misti che tratta della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre. Quest’opera viene spesso accostata al “Paradiso Perduto”scritto da John Milton: numerose sono le disquisizioni circa l’argomento; a discapito dell’opera stessa.
Per quanto “Adamo Caduto” rievochi alla mente cose lontane da noi, l’opera di Serafino, invece, anche se pensato e scritto nell’ottica di un genere tardocinquecentesco, letta oggi appare originale e pervasa di un’inquietudine che la rende tremendamente moderna se pensiamo ad esempio tra le varie tematiche affrontate nell’opera a qual è l’idea che il nostro autore fa trasparire di Eva e di come, ancora oggi in alcune culture fondamentaliste la donna venga ancora considerata un essere subordinato al genere maschile.
Accanto ai personaggi della Genesi, Serafino utilizza figure allegoriche, le personificazioni della Bontà, della Morte, dell’Onnipotenza, della Semplicità, del Peccato, ecc.; presenta in scena gli elementi
primordiali, Terra, Aria, Acqua e Fuoco; mette sul palcoscenico cori di Angeli, di demoni e ancora: descrive il contenuto dell’opera precisandone i riferimenti teologici: il passaggio dalla Natura instituta a quella destituta fino alla restituta, cioè il passaggio dal Paradiso terrestre alla caduta dell’umanità nel peccato fino alla Grazia della rivelazione.
Tutto ciò fa da cornice ai protagonisti Adamo ed Eva, alle loro debolezze di uomini ma ancor più di Adamo che si presta gioco di seduzione e allo scontro eterno tra sesso e castità. Adamo, un Uomo che se pur dotato di libero arbitrio risulta essere succube di una donna che lo induce in una tentazione alla quale non saprà resistere e che di riflesso ci ha condannati tutti a vivere nel peccato. Quando la donna si pone sullo stesso piano dell'uomo, osserva Padre Serafino, si precipita insieme nel baratro, perché vincono la bugia, il trucco, il denaro e, naturalmente, la lascivia. Di precipizio in precipizio, nascono i furti, i tradimenti, i fratricidi e le guerre.
Chissà se Padre Serafino fosse vissuto in questi nostri tempi moderni avesse impostato alla stessa maniera la sua opera dividendo il mondo in buoni e cattivi, angeli e demoni. Chissà se anche per Padre Serafino oltre che per il Reverendissimo Padre “gli occulti deliri della mente e i nascosti attentati del cuore umano sono visibili a quegli occhi che non sono mai stati coperti da bende.
di Teresa Russo
Magazine Italia
LA TRAGEDIA SACRA SECENTESCA: L’ADAMO CADUTO e gli occulti deliri della mente
Creato il 28 dicembre 2010 da Giuseppe Melillo @giuseppemelilloPotrebbero interessarti anche :