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La trappola del confronto

Da Marisnew
Cara Lilli,

oggi, parlando con la psicologa del centro di riabilitazione dove i miei monelli fanno le loro terapie, mi sono resa conto di quanto spesso io mi trovi a dire: "Il monello fa così...invece alla sua età la monella faceva colì..." o frasi simili.Questo confrontare spesso e volentieri i miei figli tra loro è una cosa che, se pure abbastanza normale per una mamma, quasi inevitabile perchè anche abbastanza irrazionale direi, capisco bene che non può e non deve diventare la prassi.

Innanzitutto l'esperienza finora mi dice che quando lo faccio (il confronto intendo) finisco quasi sempre per buttarmi giù. E non è certo quello di cui ho bisogno! Anzi, al contrario: devo trovare motivi che mi tengano su e mi facciano guardare avanti con positività.
Perchè se è vero che ci sono cose che la monella aveva già dato prova di saper fare all'età attuale del monello, passi avanti che aveva già compiuto (in primis iniziare a parlare), è pur vero che il mio ometto ha dalla sua un'agilità fisica, un'intraprendenza per certi versi, uno spirito vivace e una sorta di furbizia che sono le cose che poi all'inizio avevano mascherato in qualche modo il suo disturbo pervasivo dello sviluppo, le stesse cose che comunque adesso fanno ben sperare per il suo percorso futuro.

Purtroppo non sempre riesco ad astenermi dal cadere nella trappola del confronto, ci sono volte che mi rabbuio e mi sembra impossibile che lui possa arrivare dove è arrivata ora sua sorella. Senza contare che in ogni caso la monella ha ancora tanta strada da fare, mica il suo percorso è concluso!Ma poi guardo il monello e vedo due occhi così espressivi come raramente mi è capitato di vedere in un bambino. Gli occhi di mio figlio parlano.Devo dargli fiducia, devo rispettare i suoi tempi, devo accettare che pur nell'ambito dello stesso tipo di disturbo lui è diverso dalla monella e che non è detto che debba fare lo stesso suo percorso nè tantomeno che debba arrivare necessariamente ai suoi stessi risultati. Potranno essere migliori in certi ambiti e meno buoni in altri. 

E se questo è un discorso che vale per tutti i fratelli e sorelle di questo mondo, nel caso di disturbi pervasivi dello sviluppo, con le loro tante sfaccettature, acquista se possibile ancora più valore.
Devo tenerlo presente sul serio. E apprezzerò meglio e a pieno ogni singolo passetto del mio monellino verso la conquista della sua autonomia.

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