Se fai bollire un acquario puoi ottenere una zuppa di pesce, ma da una zuppa di pesce non potrai mai ottenere un acquario.
Questa spiegazione del terzo principio della termodinamica for dummies dice che la trasformazione di un sistema complesso è irreversibile. Il nostro mondo, ad esempio, è irreversibilmente cambiato dall’avvento del web e della comunicazione peer to peer. Questa novità ha fatto strame di tutte le nostre secolari certezze e dei valori che finora consideravamo universalmente validi.
Ma è possibile trovare oggi un valore che possa dirsi realmente condivisibile da tutti e che sia adatto al presente? A mio avviso questo valore c’è ed è la trasparenza.
In questi giorni, sotto il Comune di Parma, assistiamo all’indignazione trasversale di una cittadinanza che si dice stufa di una gestione non trasparente della cosa pubblica e si è già decretata, in nome di ciò, la fine politica del sindaco Vignali. Analogamente, a Milano come a Cagliari, gli elettori hanno chiesto e ottenuto a gran voce di avere una amministrazione che operi con maggiori criteri di trasparenza, senza i favori ai soliti noti. Se i lavoratori del Teatro alla Scala di Milano scesero in rivolta ottennendo le dimissioni di Muti e di Mauro Meli (è storia recente) fu proprio per pretendere una gestione trasparente della loro Fondazione. Analogamente la recente occupazione del Teatro Lirico di Cagliari da parte dei suoi lavoratori ha provocato le dimissioni di tutto lo staff dirigenziale a motivo della totale mancanza di trasparenza nella gestione della macchina Teatro, della casa del loro lavoro.
Anche io oggi, come tanti altri miei concittadini, mi trovo a pretendere trasparenza nella gestione della cosa pubblica, e per cosa pubblica intendo anche tutte le società, pur nominalmente private, che svolgono interventi di carattere pubblico con denari pubblici.
Voglio trasparenza nella gestione del CTM come di Abbanoa, voglio trasparenza nella gestione delle ASL e in quella della Fondazione del Lirico di Cagliari.
Voglio trasparenza nella gestione delle spese, negli emolumenti dei dirigenti, del loro numero e delle loro esatte mansioni. Voglio trasparenza negli affidamenti a terzi, nella quantificazione delle spese energetiche e di gestione, in modo da poter evidenziare spreco o incompetenza.
C’è tanto da fare in questa nostra Italia, da ricostruire su macerie culturali ed etiche e credo che la trasparenza possa essere un valore autentico per tracciare la rotta del lavoro che ci aspetta. Gianluca Floris
Sardegna Quotidiano
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