Il pregiudizio: genesi e rischi.
E’ prassi consolidata e comune l’assegnazione al pregiudizio di una dignità didascalica e normativa che, in realtà, esso è ben lungi dal possedere. Sprovvisto di qualsiasi aggancio cognitivo e documentale alla piattaforma argomentativa di riferimento (se non in virtù di acquisizioni di tipo stereotipato), non di rado si presenta anche come un modello di “abiezione dislocata”; attraverso la derisione e l’espulsione di un determinato segmento sociale ed antropologico reputato più debole e grottesco (stranieri, omosessuali, appartenenti a culture religiose o politico-partitiche differenti o, ancora, individui considerati meno colti per la brevità del loro percorso scolastico e/o per i loro errori ortografici), il detentore del pregiudizio attua una forma di protezione ontologica (consapevole od inconscia) di un sé in realtà fragile ed incerto.