Dell'Europa del Nord mi mancano tante cose.
Della Germania me ne mancano altrettante Ma della Svizzera mi mancano molte, troppe cose. Ma questo non è un post melenso. E allora vi dirò che mi manca il cioccolato. Mi manca il Migros. Mi mancano i formaggi puzzolenti. Mi mancano le servelade Mi manca Zurigo e la sua bellezza. Mi mancano tutte quelle comparse che hanno fatto della mia vita un caleidoscopio di incontri. Mi mancano LORO E mi manca lui, il famigerato Herr Doktor"Perchè tu quando fare male panza ja, tu dofere bere coca cola perchè fare tanto bene a panza tua ja? "
Ma io avevo la febbre, il mal di gola, il raffreddore. Non il mal di pancia. Fa niente. Il dottor Coca-Cola (incubo dei miei soggiorni estivi in Svizzera) mi prescriveva sempre ettolitri di Coca-Cola. Per lui la panacea di tutti i mali.
Anno dopo anno constatava la mia crescita e immancabilmente mi diceva: "Fisto a bere Coca cola ja, tu crescere come piccolo fiore sfizzero"
Voi direte giustamente: ma in estate ti ammalavi?
Ora dire estate in Svizzera,ma la Svizzera quella su,quella proprio in alto, quella che se fai uno zompetto più esagerato ti ritrovi in Germania senza passare dalla dogana, è un eufemismo.
Luglio, massima temperatura 28 gradi.
Per me, abituata a vedere l'asfalto perdere il proprio confine per il caldo, beh era un pò tiepido ma nulla più.
Per lo svizzero quei 28 gradi erano sinonimo di desertificazione all'ultimo stadio.
E allora partivano in ordine sparso:
- razzia al supermercato più vicino di tutte le bustine per fare il thè (quello finto si, proprio lui), thè freddo al limone
- scorte immani di acqua, sidro e Coca-Cola (hai visto mai dovesse passare herr Doktor ^_^)
- corsa stile maratona newyorkese presso la piscina più vicina al grido di "Accidenti quant'è caldo" (lack isch da warm)
E io li guardavo senza capire, come non capivo i loro Birkenstock con tanto di calzino bianco corto ai piedi.
A forza però di sentirmi dire "che caldo che caldo" alla fine iniziavo a sentirlo anche io. E mi tuffavo. Il problema era poi riuscire dall'acqua e farsi accarezzare da quel simpatico venticello che ti risvegliava ossa che manco sapevi di avere.
E scattava la febbre.
E immancabile arrivava lui con la sua Coca-Cola.
Mi faceva stare meglio?
No,ma quel dottore "sfizzero" che si sforzava di parlare in italiano è uno dei ricordi più piacevoli che ho.
Altro ricordo estremamente piacevole? La treccia al burro ,ovvero la Butterzopf, il pane della domenica. Un peccato di gola nel quale affondare come se non ci fosse un domani. E' un pane "neutro" oserei dire. Infatti viene utilizzato sia come accompagnamento di piatti salati che dolci. Io, va beh, che ve lo dico a fare, lo accompagno solo con i dolci. Ovvero : Olio di palma a fiumi ( ^_^) marmellata, burro e miele. E non solo. La morte sua è con la cioccolata. A pezzi, fondente, con le nocciole, al latte. La ricetta che vi propongo è quella della mitica Betty Bossi. Avete presente la Betty Crocker americana? Ecco, la Bossi è il suo alter ego alpino! Non ho trovato dimora svizzera autentica senza almeno un libro delle sue ricette. Unica accortezza: utilizzate lievito fresco, il classico cubetto, non quello in bustina. ( la mia treccia presenta una deroga: è spolverata con lo zucchero a velo proprio perchè la utilizzo solo con i dolci) BUTTERZOPF ovvero la treccia al burro (dosi per circa 750 grammi di treccia) 500 grammi di farina 1 cubetto di lievito fresco 70 grammi di burro di ottima qualità 1 cucchiaio di zucchero 1/2 cucchiaio di sale 300 millilitri di latte intero tiepido
Per la superficie: 1 uovo latte
Mescola la farina con il sale. Mettila sul tavolo di lavoro infarinato e forma una fontana (o mettila nella planetaria) Sciogli il lievito in un bicchiere con il cucchiaio di zucchero zucchero e un pò del latte tiepido previsto. Una volta sciolto versalo al centro della fontana. Lascia riposare cosi per una decina di minuti . Unisci il burro morbido e inizia ad impastare per almeno una decina di minuti (ovviamente utilizzando la planetaria il lavoro sarà più semplice) Metti a lievitare fino al raddoppio. Riprendi l'impasto, lavoralo brevemente e dividilo in due. Forma due cordoni abbastanza lunghi. Inizia a formare la treccia. QUI trovi lo schema per realizzarla ma se non hai tempo intrecciala come vuoi, non si offenderà nessuno! Rimettila a lievitare per altri 30 minuti circa. Prepara il mix per spennellare la superficie battendo l'uovo con il latte. Spennella la tua treccia. mettila in forno caldo (200 gradi) per circa 30 minuti, coprendo la superficie per i primi minuti con la carta forno. La tua treccia sarà pronta quando batterai la superficie e sentirai un suono "vuoto". falla raffreddare e gustala come vuoi!