Magazine

La triste fine dei sopravissuti ad aborti tardivi.

Creato il 21 gennaio 2015 da Appuntiitaliani
Pubblicato il gennaio 21, 2015 da: Redazione La triste fine dei sopravissuti ad aborti tardivi.

Pochissimi sanno che, secondo la prassi comunemente adottata, questi bambini vengono lasciati morire senza assistenza, faticando a respirare, a volte per diverse ore, o vengono uccisi con un’iniezione letale o soffocamento, per poi essere gettati tra i rifiuti organici.

Questa pratica disumana va contro qualunque idea di dignità umana e contro la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, dove si dice esplicitamente che “il bambino, a causa dell’immaturità fisica e mentale, ha bisogno di salvaguardia e cure speciali, tra le quali un’adeguata protezione legale, prima e dopo la nascita”.

Tutto ciò avviene nell’indifferenza e nell’ombra, nonostante alcuni di questi bambini potrebbero sopravvivere se sottoposti a un trattamento medico adeguato. Nel 2010, in Italia, dopo un aborto alla ventiduesima settimana, il bambino è stato trovato vivo ancora 20 ore dopo l’operazione: sottoposto solo allora a cure, è morto il giorno successivo.

Lo scorso 19 novembre, il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa ha dichiarato che, a suo modo di vedere, l’infanticidio non è compreso nella sua sfera di competenza e si è rifiutato di incontrare le ONG che desideravano informarlo sul tema. A luglio, anche il Comitato dei Ministri si era rifiutato di trattare l’argomento.

Questi silenzi sono certamente dovuti a motivazioni politiche: molti Paesi non intendono entrare nel merito della questione, per non dover mettere in discussione le proprie leggi in materia di aborto tardivo.

Con questa petizione (http://www.citizengo.org/it/14069-no-allinfanticidio-neonatale), chiediamo all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa di prendere una posizione sull’argomento, al contrario di quanto fatto dal Commissario e dal Comitato dei Ministri.

L’European Center for Law and Justice utilizzerà le firme raccolte per intraprendere una procedura ufficiale di fronte all’Assemblea Parlamentare su questo tema. La procedura può essere attivata anche da un singolo cittadino, ma per dare peso “politico” alla richiesta è necessario raccogliere il maggior numero di firme nei Paesi Membri.

Probabilmente anche tu, Stefano, sei rimasto scosso (almeno quanto me) nell’apprendere la diffusione e la banalità con cui queste pratiche disumane vengono messe in atto. E certamente vorrai spendere pochi secondi del tuo tempo per firmare questa petizione e dare voce ai diritti di tutti i bambini vittime di questa prassi assurda e crudele.

Citizengo


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :