Insomma, signori: se un manifesto abusivo parla male del sindaco si toglie in fretta e furia con gran dispiegamento di uomini e mezzi; se un manifesto abusivo parla di altro, pur essendo abusivo, può restare lì.
Rewind a giovedì scorso. Quel giorno, il 13 febbraio, escono due (almeno due) campagne abusive sulle plance delle pubbliche affissioni (e sui muri, sulle cabine telefoniche, sui cartelloni, sui contenitori di abiti usati...) di Roma Capitale: un delirante manifesto del Movimento Sociale Europeo che dà dei 'papponi' a Marino e al suo inner circle (Cattoi e Tricarico); un manifesto del Nuovo Centro Destra. Talmente nuovo da promuoversi con mezzi come l'affissione abusiva, magari andando a coprire chi invece la tassa per l'affissione l'aveva pagata.
Al mattino dunque la città si trovava ricoperta di questi due ordini di manifesti, a plance alternate. Durante la giornata gran lavorio di addetti del decoro urbano che si accaniscono contro i manifesti più antipatici lasciando in pace quelli, sempre abusivi, più innocui.
Risultato alla sera? Come da fotografia. Alcuni impianti resi illeggibili dall'intervento degli uomini dell'Ama, altri intonsi. A voi i commenti.