Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale non sono affatto incoraggianti per il nostro paese. Tutt'altro. A meno che Matteo Renzi non abbia riposto pure la Troika nella sua personalissima collezione di "gufi". Troika nei confronti della quale l'Italia ha un debito pubblico da capogiro e con la quale lo stesso premier ha contratto un debito personale, altrettanto gravoso, per essere stato catapultato in pochi giorni da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi senza raccogliere neppure uno straccio di voto lungo tutto lo Stivale. Certo il prezzo imposto da Bce, Fmi e Ue per quella "poltrona" - dopo il fatidico "stai sereno" servito in quattro e quattr'otto al compagno di partito ed ex presidente del Consiglio Enrico Letta - è stato alto: tasse ai massimi livelli, salari e pensioni ai minimi storici, massima flessibilità in un mondo del lavoro a diritti sotto zero. Di fatto la "nomina" di Matteo Renzi è stata una manovra politica atta spremere gli italiani per quel poco che ancora c'è rimasto da spremere e ad arginare l'onda anti-europeista dei 5stelle. Tanto, poi, a pagare il conto di una crisi di cui non hanno alcuna colpa ci sono sempre i "soliti noti", mica Matteo Renzi! E' vero che la ripresa stenta più o meno ovunque, non solo in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo. Ma è altrettanto vero che gli altri stati hanno un'economia più forte e governi più seri. Qui da noi, invece, continua a piovere sul bagnato. Ad uscire dal coro della recessione sono gli Stati Uniti d'America (pil + 2,2%), che si confermano come locomotiva globale in questa fase di congiuntura, assieme a Cina (+7,4%) ed India (+5,6%). Il Fmi, dunque, rivede al ribasso le stime di crescita per l'Italia nel 2014 e 2015. Il pil calerà quest'anno dello 0,2% (-0,5 punti percentuali rispetto a luglio). Il -0,2% del 2014 segue il -2,4% del 2012 e il -1,9% del 2013. Fanno meglio Spagna (+1,3% 2014 ) e Grecia (+0,6%).Neanche a dirlo, male anche l'occupazione. Il tasso di disoccupazione in Italia si attesterà quest'anno al 12,6%, per poi scendere però al 12% nel 2015. Il dato è comunque superiore alla media dell'area euro (11,6% nel 2014 e 11,2% nel 2015). Spagna e Grecia fanno peggio: i loro tassi di disoccupazione resteranno sopra il 20% nel 2014 e nel 2015.Sul fronte del debito pubblico le cose non vanno certo meglio. Il debito italiano si attesterà infatti quest'anno al 136,7% del pil, in aumento rispetto al 132,5% del 2013. E non andrà di certo meglio nel 2015 quando il debito sarà al 136,4%!
Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale non sono affatto incoraggianti per il nostro paese. Tutt'altro. A meno che Matteo Renzi non abbia riposto pure la Troika nella sua personalissima collezione di "gufi". Troika nei confronti della quale l'Italia ha un debito pubblico da capogiro e con la quale lo stesso premier ha contratto un debito personale, altrettanto gravoso, per essere stato catapultato in pochi giorni da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi senza raccogliere neppure uno straccio di voto lungo tutto lo Stivale. Certo il prezzo imposto da Bce, Fmi e Ue per quella "poltrona" - dopo il fatidico "stai sereno" servito in quattro e quattr'otto al compagno di partito ed ex presidente del Consiglio Enrico Letta - è stato alto: tasse ai massimi livelli, salari e pensioni ai minimi storici, massima flessibilità in un mondo del lavoro a diritti sotto zero. Di fatto la "nomina" di Matteo Renzi è stata una manovra politica atta spremere gli italiani per quel poco che ancora c'è rimasto da spremere e ad arginare l'onda anti-europeista dei 5stelle. Tanto, poi, a pagare il conto di una crisi di cui non hanno alcuna colpa ci sono sempre i "soliti noti", mica Matteo Renzi! E' vero che la ripresa stenta più o meno ovunque, non solo in Italia, ma anche in tutto il resto del mondo. Ma è altrettanto vero che gli altri stati hanno un'economia più forte e governi più seri. Qui da noi, invece, continua a piovere sul bagnato. Ad uscire dal coro della recessione sono gli Stati Uniti d'America (pil + 2,2%), che si confermano come locomotiva globale in questa fase di congiuntura, assieme a Cina (+7,4%) ed India (+5,6%). Il Fmi, dunque, rivede al ribasso le stime di crescita per l'Italia nel 2014 e 2015. Il pil calerà quest'anno dello 0,2% (-0,5 punti percentuali rispetto a luglio). Il -0,2% del 2014 segue il -2,4% del 2012 e il -1,9% del 2013. Fanno meglio Spagna (+1,3% 2014 ) e Grecia (+0,6%).Neanche a dirlo, male anche l'occupazione. Il tasso di disoccupazione in Italia si attesterà quest'anno al 12,6%, per poi scendere però al 12% nel 2015. Il dato è comunque superiore alla media dell'area euro (11,6% nel 2014 e 11,2% nel 2015). Spagna e Grecia fanno peggio: i loro tassi di disoccupazione resteranno sopra il 20% nel 2014 e nel 2015.Sul fronte del debito pubblico le cose non vanno certo meglio. Il debito italiano si attesterà infatti quest'anno al 136,7% del pil, in aumento rispetto al 132,5% del 2013. E non andrà di certo meglio nel 2015 quando il debito sarà al 136,4%!
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