Certe volte, parlando dei nostri (a livello globale) illustrissimi uomini di chiesa (cristiani, musulmani, buddisti che siano) passo sopra a certi avvenimenti proprio perché non voglio passare giorni e giorni a rodermi il fegato. Non è certo questo il caso.
No, oggi non vi parlerò di Pontifex. Tranquilli.
Proprio ieri mi è giunta la notizia che alcuni medici brasiliani, si parla del 2009, siano stati scomunicati per aver fatto abortire una bambina di 9 anni rimasta incinta dopo l’ennesima violenza domestica subita a causa del padre.
La prima frase che ho pronunciato tra me e me è stata una cosa tipo: -Eh?! Cosa?! Come?!-. Certo sono abituato alle sparate medievalistiche ed estremiste di molti di questi curiosi personaggi con la tonaca, ma questa mi sembrava un po’ troppo.
Decisi così di approfondire la lettura della notizia.
Le spiegazioni che ci arrivano dal Vaticano, a proposito del caso sono semplici: «È una tragedia grandissima, specialmente per quella povera bambina, ma la pena della scomunica andava sanzionata perché lo prevede espressamente il Codice di Diritto Canonico di fronte ad un palese caso di aborto procurato». Della serie “Ecco Ponzio Pilato avvicinarsi alla fontanella… ed ecco che se ne lava le mani! Applausi dalla folla festante”.
L’arcivescovo brasiliano Sobrinho, come da prassi, ci sventola davanti i soliti dogmi ammuffiti e, rispondendo a coloro i quali si appellano alla non punibilità dello stupro secondo la legge brasiliana quando intercorrono tragedie di questo tipo, ci spiega che la legge umana sarà sempre al di sotto di quella divina.
La legge divina?! Se va be’… come se anche quella non fosse stata scritta dagli uomini.
Quindi, fatemi capire bene. Secondo voi beceri santoni cattolicani, quella bambina avrebbe dovuto correre il rischio di partorire il figlio di suo padre? Avreste veramente il coraggio di condannare un essere umano ad una tale pena? Avete per un momento pensato a quello che la bambina avrebbe provato, come se non fossero bastate le violenze subite?
È umanità questa? Penso proprio di no.
È proprio vero: voi vertici ecclesiastici siete così tronfi e pompati di immunità spirituale che vi sentite in diritto di sventolare ai quattro venti ogni stronzata che vi passa per quella vostra testa irta di vermi. La vostra bocca è così abituata a riportare le baggianate che pensate che ormai non riuscite più a distinguere un peto dalla vostra vera voce.
Siete così abituati a viaggiare lassù nel cielo con i pensieri che non sapete rapportarvi con la vita reale, ovviamente senza riuscire a capire i problemi che da sempre la caratterizzano.
Mi fate schifo, e non mi capita spesso di dirlo.
Per i medici brasiliani: tranquilli, fede non vuol dire inchinarsi e baciare i piedi a questi pezzi di merda. Loro pensano solo ad ingrassarsi il culo con le vostre offerte e fregandosene dei vostri reali bisogni umani.
La scomunica non vuol dire niente, non andrete all'inferno perché lo dicono loro. E di certo non vi serve un pezzo di carta per credere in un mondo migliore (anche per quanto riguarda la vita reale). Continuate pure a credere in ciò che volete: la fede non ha regole. È solo convinzione della loro istituzione a delinquere, chiamata universalmente “religione”, che il bisogno umano di divinità vada dogmizzato e regolamentato riducendolo ad un apparato burocratico qualsiasi.
Che dite… mi basta per la scomunica? Ne sarei onorato che se ne occupasse di persona l’arcivescovo Sobrinho.
E.