Domani Il senso del taccuino, sulla Regione, fa a pezzi le frasi. Le solite frasi. Qui di seguito, il solito estratto.
Fatico a starti dietro. Voli, o quasi.
Io, maledizione, arranco.
Mi sento inutile e ti devo tutto.
Ho il fiato corto. Ti osservo...
Ti guardo, con il dentro.
Trovo, in te, lo specchio del mistero.
Emani silenzio. Il lavorio dei
pensieri.
Sei, nel modo più compiuto: fragile e
esposta.
Sei un'antenna, il polo dei miei
inquieti viaggi.
Posso...?
Taci, ora. E ancora. Ascolta
l'incerto fraseggio delle mie sillabe, poche.
Vivo al minimo.
Ho strappato qualche immagine al
sogno. Le sole credibili.
Giro e rigiro fra le dita
amuleti incandescenti.
Cerco, in ciò che ha già dato
tutto, l'augurale portafortuna.
Il fondo del senso,
in una sigaretta strafumata e
lacera.
Capisco, nell'attimo, l'infinita
complicazione.
Eppure, chiedo altro tempo.
Non si è mai abbastanza soli,
abbastanza per arrivare a capire
l'ironia.
Della sorte.
Magazine Società
Potrebbero interessarti anche :