Quanto cambia in un rapporto, quanto può. E quanto è sostenibile che cambi, e fino a che punto può cambiare. È giusto tornare indietro? Riavvolgersi lungo il nastro e credere nell'eterno ritorno? O piuttosto, accettare, adeguarsi, e modellare il presente. È una costante paura, quella di non avere la giusta capacità di gestire ciò che si ha, il terrore che vada fuori dal controllo, quando le acque non parevano agitate. Il moto è nel fondo, non in superficie. E investire nel nuovo, adesso, ha un senso? Soprattutto, il risultato potrebbe mai essere lo stesso? Ha un senso. Difficilmente potrebbe.
Ho il terrore che abbia lasciato andare troppo del vecchio, del sicuro, del sempre, e che abbia poco, qualcosa di flebile e con un nome debole del nuovo. E fare qualcosa? Posso fare qualcosa?