“Se vuole vendere la sua auto, ci chiami. Grazie”. La pubblicità molto diretta che campeggia sui cartoncini colorati è di Ibrahim, commerciante valenzano che da otto anni si occupa di esportare le vetture che noi mandrogni vogliamo cambiare perché non ci piacciono più o hanno percorso troppi chilometri. Per “Ibra” non c’è problema: non importa che il motore stia esalando gli ultimi respiri o che ci sia qualche “bollo” sul paraurti: “La manodopera all’estero costa molto meno”, ci dice, facendo intendere che le automobili destinate al mercato estero passeranno dal meccanico (carrozziere o elettrauto), prima di essere riportate sulle strade. Quali strade? Polacche, bulgare, marocchine o giordane. Daniel, collega bulgaro, ha acquistato una Volkswagen Polo del 1997 con quasi ventimila chilometri sul groppone a 700 euro. Sull’unghia del fortunato alessandrino che avrebbe dovuto pagare per farla rottamare. Un guadagno per tutti e due. La stima del veicolo viene fatta tenendo conto della marca – meglio se tedesche come Audi, Mercedes o VW (“ma a volte vanno bene anche le Alfa e le Fiat”, dice Ibrahim) – e degli accessori (airbag, aria condizionata, elettronica in genere. Il motore non è un problema. Prima di attraversare le vie di Varsavia o di Sofia passano per un check up completo per una bella rimessa a nuovo. Di solito le auto non vengono smontate, anche se Daniel scherza: “A volte i motorini dell’aria condizionata vengono usati in casa”. Bisarche piene di vetture partono dalla dogana di Alessandria, destinazione, est Europa, Africa o Asia, a seconda dei modelli. Secondo le statistiche dell’ACI, i veicoli radiati per l’espatrio nel 2009, in tutta la provincia sono stati 5.595, e fino ad ottobre 2010 il totale ammontava a 5.599. Due anni fa sono stati esportati quasi 9 mila veicoli, tra autovetture (7 mila), autocarri merci (540), motocicli (quasi mille), autobus (cinque), rimorchi, semirimorchi, trattori stradali ed altri motoveicoli a tre e quattro ruote. Il mercato delle radiazioni in generale ha fatto rilevare una diminuzione del 7,3% per le autovetture e addirittura del 20,4% per i motocicli. Segno un po’ della crisi economica che non accenna a diminuire. La gente, prima di buttarsi in una nuova spesa, ci pensa su due volte. Di contro il mercato dell’usato – sempre secondo fonti ACI e Istat – è aumentato del 5%. È un business del tutto legale che talvolta coinvolge direttamente le concessionarie, pronte a ritirare l’usato per un supersconto sull’auto nuova. Il catorcio permutato viene rivenduto – o addirittura esportato grazie a concessionarie d’auto della stessa marca all’estero – finisce dritto dritto sul camion dei vari Ibrahim e Daniel, che a prima vista e con un breve giro di prova sanno già quanti bigliettoni da cento euro darti in mano, a passaggio avvenuto. “L’importante è che sia tutto in regola”, precisa Ibrahim, “documenti, libretto, passaggi di proprietà. Io di solito mi rifornisco dai concessionari per avere la certezza che tutto sia a posto. Rilascio sempre regolare fattura”, ci tiene a sottolineare. Come contattare i commercianti dell’esportazione? Se non vi lasciano il bigliettino sul parabrezza con tanto di cellulare e email per i contatti diretti, non è raro trovarli che si aggirano per i saloni d’auto, meglio se quelli con un parco usato ben fornito. Molto probabilmente saranno loro ad avvicinarsi dopo aver capito le vostre intenzioni di sbolognare la vecchia carretta (non stiamo parlando della suocera) per una fuoriserie nuova fi ammante. Così è stato per il proprietario della vecchia Polo, già rassegnato a dover pagare al PRA le pratiche per la radiazione dagli elenchi delle vetture circolanti in Italia. In pochi giorni hanno concluso l’affare e pagato senza batter ciglio. Se si fi dano sono pronti a dare un acconto sul momento, alla prima stretta di mano. Ora la Polo grigio topo sta girando per le strade tutte buchi di qualche città bulgara.
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