Magazine Diario personale

La tua vita secondo me

Da Manni @muminthecity1

La tua vita secondo me“..lei era una di quelle donne al passeggio con il barboncino infiocchettato, io dietro con la paletta raccoglievo la merda..e dopo aver raccolto la merda, mi diceva che puzzavo.” Con gli occhi verdi vispi e tristi mi guardava senza volere un commento alla fotografia descrittiva del suo matrimonio.  Il quadro non poteva essere più nitido, mi incuriosiva, ma il discorso era chiuso con una lapide e la scritta fine. Ci pensavo e ripensavo mentre scendevo le scale della cattedrale dove, fuori del portone instoriato, due sposi cinesi sorridevano al fotografo dopo il matrimonio in comune. Nella nuvola bianca del vestito di tulle a noleggio, simbolo dell’uniformismo mediatico, la bella sfidava il futuro con un sorriso trionfante. Lui con un vestito della taglia sbagliata, non capiva una parola di quello che gli diceva il fotografo e rideva in automatico. Tra vent’anni sarà lui l’uomo con la paletta del cane o lo sarà lei.. E intanto pensavo alla mia paletta e al fatto che sono allergica ai cani.  Allergica ai cani.. Tutti quanti, da piccoli sognano di avere un cane, tua mamma non vuole e allora ti dici “da grande lo prenderò″.. da grande sei allergica,  allora ti resta la paletta!  “Secondo me tu dovresti indossare gonne più corte” – “Ciao Marta, non ti avevo visto come va..?” – “Bene grazie, tu sei sempre la stessa.. vestiti lunghi, pantaloni della taglia troppo grande…perchè ti nascondi?” – Questa sentenza mi coglieva impreparata. Ma tu cosa vuoi da me, mi domandavo mentre la guardavo infastidita dall’improvvisa invasione. Passare inosservati è così “sicuro”. Guardare le vite degli altri senza che nessuno ficchi il naso nella tua. Senza giudizio. Senza confronto. E poi insomma “secondo te”.. nessuno ti ha chiesto un’opinione. “Grazie Martina, molto gentile… perdonami, ma come mi vesto lo decido da sola” – Lei odia essere chiamata Martina, la chiamava così la nostra odiosissima professoressa di greco, con una punta di sarcasmo, per farla sentire una stupida quando dava la risposta sbagliata. Marta sembrava leggermi la mente e vedere nella mia testa il fermo immagine della professoressa con la sua collana di pietre verdi che indossava 180 giorni l’anno (negli altri giorni per fortuna non la incontravamo). Punta sul vivo, si tirò su con le spalle e sparò: “Io lo dicevo per te, se vuoi continuare a immaginarti la vita invece di viverla ti ritroverai troppo vecchia e scoprirai che non avrai più il tempo che hai sprecato aspettando.”…più che essere un “secondo me” la sua previsione della mia vita sembrò un missile. E mi attraversò lasciandomi un buco nello stomaco grande come una palla da bowling. Lei aveva ragione e questo mi faceva arrabbiare.  Io e il mio buco iniziammo a correre lontano.. lontano dalla mia vita “secondo te”. Alla ricerca della mia vita “secondo me”.


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