Quest’anno da Babel, Festival di letteratura e traduzione che ogni anno dal 2006 è organizzato nella città svizzera di Bellinzona, è il turno dell’Africa francofona: tra autori, case editrici e traduttori, per quattro giorni la cittadina del Canton Ticino sarà il luogo dell’incontro tra le diverse anime letterarie della francofonia africana.
E tra gli invitati, figurano anche scrittori ed editori tunisini e algerini.
Il 14 settembre alle 10.30 sarà infatti la volta di Azza Filali: classe 1952, medico di professione ma scrittrice per vocazione, Filali è autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e di due romanzi, tra cui l’ultimo Ouatann (patria, in arabo) pubblicato nel 2012 dalle edizioni Elyzad.

Lo scrittore e giornalista algerino Kamel Daoud dialogherà invece con la traduttrice Yasmina Melaouah e l’editrice Sofiane Hadjadj il pomeriggio del 14 settembre alle 14.

Quest’ultimo titolo in Algeria è stato pubblicato dalle edizioni Barzakh, una casa editrice nata nel 2000 da un’idea di Hadjadj e di una sua amica le quali, entrambe appassionate di letteratura, dopo gli studi in Francia erano tornate in Algeria con un sogno: aprire una casa editrice vivace e moderna che colmasse il vuoto editoriale che allora esisteva nel paese. Nel tempo le due hanno pubblicato diversi titoli in arabo e francese e stabilito importanti partnership, come quella con la francese Actes Sud, che traduce ad un ritmo impressionante larga parte della letteratura araba contemporanea.
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La questione della francofonia nel mondo arabo è complessa e intricata e parlarne implicherebbe avviare un dibattito non solo linguistico ma anche storico-politico, che esula dall’ambito di questo blog.
Mi limiterò a notare che la francofonia nel mondo arabo e il relativo dibattito interessano anche il nostro mondo editoriale, che spesso preferisce tradurre autori arabi francofoni o anglofoni, direi per alcuni (ovvi ?) motivi: entrarci in contatto, leggerne i manoscritti originali e seguire il processo di traduzione è molto più semplice rispetto all’avere a che fare con un autore che parla e scrive “solo” in arabo, una lingua che soffre ancora di scarsa visibilità e attenzione e di qualche pregiudizio. Inoltre, esistono (ancora) molti più traduttori dal francese o dall’inglese (e curatori post) rispetto ai traduttori arabisti.
Non voglio qui negare l’esistenza e l’importanza di autori come: Amin Maalouf, Fouad Laroui, Yasmina Khadra, Assia Djebar, Kateb Yacine, solo per citarne alcuni, che hanno rappresentato e rappresentano tuttora un segmento fondamentale della letteratura araba moderna e contemporanea. Nè d’altronde si può, nè si deve, nascondere la situazione di diffuso plurilinguismo di cui “soffrono” Libano, Tunisia, Marocco e Algeria.
Quello che mi preme sottolineare è che esiste tutto un mondo ancora largamente inesplorato (sebbene le cose, ultimamente, stiamo marciando in questa direzione) di autori arabi arabofoni validi e meritevoli di essere tradotti che sarebbe un peccato non poter mai vedere sugli scaffali delle nostre librerie.
Scovare i migliori operando una scelta ragionata e sulla base di criteri rigorosi, e tradurli, è compito degli specialisti del settore: docenti, traduttori, lettori e consulenti editoriali, giornalisti e blogger.
Leggerli, apprezzarli e farli conoscere al grande pubblico è compito di tutti noi lettori.






