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L'alta velocità è in effetti una novità recente in Turchia. La prima tratta da Eskişehir ad Ankara è entrata in funzione nel 2009, quella da Ankara a Konya due anni dopo; nel giro di quattro anni (i dati sono aggiornati al marzo 2013) la compagnia ferroviaria ancora statale (la TCCD) ha ospitato nove milioni e mezzo di passeggeri, sottraendoli tutti ai potenti operatori di bus extra-urbani che continuano ad approfittare di una rete poco estesa e soprattutto poco moderna.
Ma Erdoğan ci ha preso gusto. Nel programma elettorale per le politiche del 2011, in cui sono stati fissati obiettivi anche numerici per il centenario del 2023, si parla infatti di 10.000 chilometri di alta velocità, per un investimento complessivo previsto in vent'anni di circa 45 miliardi di lire turche (al cambio attuale, circa 20 miliardi di euro).
Inaugurando il 23 marzo la terza linea da Eskişehir a Konya, il premier turco ne ha annunciate altre 14 che verranno completate nel giro di due anni: congiungeranno Eskişehir - snodo dell'Anatolia interna, antica città frigia a pochi chilometri da Gordion del re Mida - alle province di Afyon, Bursa, Izmir, Kırıkkale, Manisa, Sivas, Uşak, Yozgat; Konya a quelle di Adana, Gaziantep, Karaman, Mersin, Osmaniye.
Sempre entro il 2023, l'estensione totale della rete ferroviaria verrà portata dagli attuali 11.000 a oltre 25.000 chilometri. In un recente discorso, il ministro dell'economia Zafer Çağlayan ha sottolineato l'importanza della Konya-Karaman-Mersin - dalla regione manifatturiera interna al porto sul Mediterraneo - per incrementare il trasporto merci su rotaia e le esportazioni. Già a febbraio, invece, ha iniziato a funzionare il traghetto ferroviario - attraverso il mar Nero - tra Kavkaz in Russia e Samsun.
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