La Turchia, dopo Twitter, ha messo il bavaglio anche a YouTube.
Giovedì 27 marzo, verso le 15 del pomeriggio, in Turchia è stato bloccato l'accesso a YouTube.
Dopo Twitter, la censura turca si è abbattuta anche su YouTube. Da qualche minuto la piattaforma di condivisione video di proprietà di Google è stata resa inaccessibile ai cittadini turchi.
Non si tratta di un problema momentaneo: il tutto infatti è stato confermato direttamente dall'autorità nazionale delle telecomunicazioni (TIB) che ha fatto sapere di aver preso " misure amministrative contro il sito in Turchia ".
Ma perchè la Turchia ha bloccato anche YouTube dopo Twitter? Il motivo è presto detto: poche ore prima di imporre il blocco, su YouTube era apparso un nuovo video di quella che, almeno secondo la descrizione fornita dall'utente, era la registrazione di una conversazione tra il capo dell'intelligence turca e il ministro degli Esteri in cui si parlava di una possibile operazione militare in Siria.
A quel leak se n'è aggiunto un altro, una registrazione vocale che suggerirebbe il coinvolgimento del Primo Ministro turco Tayyip Erdogan nella diffusione nel 2010 del sex tapedi Deniz Baykal, il leader del partito politico Partito Popolare Repubblicano (CHP), facendo scoppiare un vero e proprio scandalo che ha portato alle dimissioni dello stesso.
Ecco perchè, dunque, la Turchia ha bloccato anche YouTube dopo Twitter. Nel frattempo, comunque, hanno già iniziato a circolare in rete e a diffondersi varie soluzioni che spiegano come aggirare il blocco e continuare a utilizzare i servizi che il Governo locale vuol censurare. Probabilmente questi strumenti funzioneranno anche per aggirare il blocco di YouTube appena imposto.
Il governo turco aveva già bloccato in passato l'accesso a YouTube. Nel 2007, per esempio, fu imposto il divieto di usare YouTube dopo che era stato pubblicato un video ritenuto offensivo nei confronti del fondatore della Turchia, Mustafa Kemal Ataturk. L'accesso a YouTube fu ripristinato nell'ottobre del 2010, anche grazie al presidente turco Abdullah Gül che aveva espresso su Twitter la sua contrarietà al divieto. Negli anni successivi il governo turco decise per nuove brevi interruzioni del servizio, che però poi fu sempre riaperto.
A questo punto, dopo YouTube e Twitter, ci dobbiamo aspettare che presto anche Facebook venga censurato e bloccato dal Governo Turco?