La Turchia dell’Akp, critiche liberali (intervista a Cem Toker)

Creato il 23 marzo 2013 da Istanbulavrupa

In Turchia esistono 61 partiti politici ufficialmente registrati. Di questi, solo 27 possedevano i requisiti necessari a partecipare alle elezioni politiche del 2011: ma solo 15 hanno deciso di farlo. Il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) è stato quello più votato: ha sfiorato il 50% dei consensi, ha conseguito la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale (il sistema parlamentare è monocamerale) e ha formato un governo monocolore; il Partito liberale e democratico (Ldp) quello meno votato: appena 15.599 suffragi pari allo 0,04%, senza ovviamente eleggere deputati. È un piccolissimo partito nato nel 1994, un partito d’opinione: che tra infinite difficoltà e risultati poco incoraggianti – vanta due soli eletti, due consiglieri comunali in una cittadina delle regioni orientali – vuole però continuare a proporsi agli elettori.

Abbiamo parlato dei programmi dell’Ldp – e della situazione politica turca – col suo segretario generale, Cem Toker: 55 anni, studi di economia negli Usa, in carica dal 2005. Il partito del delfino – questo il suo simbolo – è un partito liberale e liberista: negli Usa sarebbe considerato libertarian e non liberal; i punti fondamentali del suo programma sono cinque: libero mercato, individualismo, libertà civili e politiche, Stato di diritto, Stato snello. “Più mercato e meno Stato”, per utilizzare un’abusata formula: una piattaforma che è rimasta immutata dal 1994 nonostante lo scarso appeal alle urne, lo 0,4% alle elezioni del 1999 e poi un continuo ridimensionamento. “Non è facile fare politica in Turchia – sostiene Toker – perché la legge è contro i piccoli partiti”: per essere ammessi alla competizione elettorale, bisogna avere almeno 10.000 membri e aver raccolto l’equivalente di 5 milioni di dollari; e i rimborsi elettorali sono garantiti solo ai partiti che superano la soglia del 7% su base nazionale: uno sbarramento da eliminare o almeno ridurre drasticamente, così come quello del 10% per ottenere rappresentanti in Parlamento (a meno che non si presentino come indipendenti nei singoli collegi). Ulteriore ostacolo, la burocrazia: e le 360 pagine di documenti – ad esempio – che si sono rivelate necessarie per aprire una sede locale del partito in un quartiere di Istanbul: “gli adempimenti richiesti sono un modo per scoraggiare l’opposizione”.

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