Magazine Media e Comunicazione

La Tv se fosse Dio

Creato il 10 settembre 2010 da Andreapomella

La Tv se fosse DioSpesso, mentre guardo la televisione, penso ad altro. Qualche sera fa però non guardavo la televisione. In casa mia era in corso una conversazione fra più persone, c’era anche la Tv accesa, a volume basso, quasi solo immagini e niente audio, però io non guardavo la Tv, io partecipavo alla conversazione. Eppure a un certo momento io mi sono messo a pensare alla televisione, senza guardarla, ma ci pensavo. Noi uomini del ventunesimo secolo viviamo una condizione paradossale, comunichiamo con i nostri simili attraverso il linguaggio, esattamente come facevano i nostri antenati più remoti, e lasciamo che nel frattempo questo strano dio luminoso ci inondi le retine. Si fa un gran parlare della televisione, i più snob dicono che ne fanno tranquillamente a meno, che la televisione è volgare, che è per le persone stupide, dicono anche che è pericolosa, che obnubila le menti, le trae in inganno, le manipola e se ne serve per scopi commerciali, politici, religiosi. Questo è in parte vero, ma ritengo che non sia questo l’atteggiamento migliore per porsi delle domande su un media nevralgico della nostra contemporaneità. Non è mia intenzione attuare una difesa della televisione. Dirò soltanto che è una questione di ateismo. I miscredenti come me hanno, credo, il rapporto migliore con questo mezzo. Ne concepiscono la natura assolutamente religiosa, ma al tempo stesso considerano questa sua natura come una costruzione mentale dell’uomo. È perciò sempre l’uomo che decide di sé. Ha scritto Arnheim: “La televisione sarà un esame più rigoroso per la nostra conoscenza. Potrà arricchire i nostri spiriti allo stesso modo in cui potrà renderli letargici”. La maggior parte delle persone, se interpellata su questo argomento, dirà che senz’altro la Tv ha il potere di renderci letargici, ma in quanto ad arricchire lo spirito ce ne corre. Queste sono le stesse persone che, al contrario di me, hanno un atteggiamento fideistico nei confronti del mezzo televisivo, che sono portate a credere a ogni cosa che venga pronunciata in Tv, che non hanno autonomia di giudizio rispetto alle questioni che essa ci pone a getto continuo. Io, qualche sera fa, mentre conversavo, mi sono chiesto quante volte il mio spirito si è arricchito attraverso la televisione, perché trovo affascinante la presumibilità enunciata da Arnheim, e soprattutto perché – da ateo – ho un rispetto sacro del mio spirito.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog