La Tyrrell 012 fu una delle piu’ belle monoposto degli anni ’80 da un punto di vista stilistico. Pulita, senza fronzoli aereodinamici, ma soprattutto leggera, molto leggera. Anzi troppo leggera per la Federazione.
Ma cominciamo dall’inizio. La Tyrrell 012 fu progettata da Maurice Philippe per partecipare al campionato di Formula 1 del 1983. Cosa che fece regolarmente con al volante Michele Alboreto, il quale riusci’ a portarla alla vittoria nel Gran Premio di Detroit e regalando alla Cosworth la sua ultima vittoria con un motore aspirato, il glorioso ma oramai obsoleto DFV da 3.0 litri.
L’anno dopo la Tyrrell si ripresenta per il campionato di F1 con la stessa monoposto. Sempre la 012, la quale pero’ questa volta si vede costretta a lottare con i potentissimi motori turbo di Ferrari, Renault, BMW ed Honda.Non c’era nessuna possibilita’ per il povero motore Cosworth, il quale non era niente altro che un’evoluzione del DFY, solo con le marce accorciate. Capace di una potenza massima di 520cv, non aveva nessuna possibilita’ di combattere con dei turbo che sviluppavano anche intorno agli 800cv.
A dire il vero la vettura fu progettata da Philippe per ospitare un motore turbo e cio’ giustifica il tipico design a V, con la parte posteriore generosamente larga. Alla fine il turbo non arrivo e questo porto’ ad una rivisitazione della parte posteriore, con una modifica totale ma soprattutto lasciandola con un design minimalistico che si rivelo’ essere la ricetta giusta su certi circuiti.
I due piloti per il 1984 furono Martin Brundle e la giovane promessa dell’automobilismo sportivo tedesco Stefan Bellof. A causa delle ristrettezze economiche in cui viaggiava il team Tyrrell all’epoca, anche il personale era ridotto all’osso. Insieme a Ken Tyrrell ed alla moglie, c’erano i due piloti, qualche ingegnere ed i meccanici per un totale di 12 persone. Uno dei team piu’ piccoli mai visti sul Paddock.
La Tyrrell 012 e’ soprattutto famosa per il Gran Premio di Monaco del 1984. Uno dei motivi e’ quasi tragico ed e’ legato all’incidente di Martin Brundle alla curva del Tabaccaio. Un incidente provocato a quanto pare dal cedimento del pedale del freno.
L’altro motivo e’ la straordinaria prestazione di Stefan Belloff la domenica del Gran Premio. Per chi non se lo ricordasse, la corsa di Monte Carlo del 1984 fu la gara che rivelo’ al mondo Ayrton Senna, dopo che arrivo’ di un pelo secondo dietro ad Alain Prost sotto il diluvio universale e solo grazie ad una bandiera rossa che interruppe la gara. Ebbene subito dietro a Senna, girando come un forsennato, c’era Belloff con la Tyrrell 012.
La prima soddisfazione per lo zio Ken e la sua 012, arriva un paio di gare dopo, quando Martin Brundle piazza la monoposto al secondo posto, subito dietro Nelson Piquet e la sua Brabham, motorizzata pero’ dal turbo BMW, nel Gran Premio di Detroit.
Ma il podio di Detroit fu l’inizio della fine per la Tyrrell 012. Due gare dopo, a Dallas, Martin Brundle ebbe un altro incidente durante il quale si ruppe entrambe le gambe. Incidente del quale ne porta ancora le conseguenze. Ma la fine della Tyrrell arrivo’ quando i commissari della FIA scoprirono che in realta’ la 012 era troppo leggera per il regolamento tecnico dell’epoca.
La Tyrrell fu esclusa dal campionato del 1984, soprattutto perche’ lo zio Ken fu trovato colpevole di aver escogitato un sistema per arrivare ai 540kg di peso richiesti dalla Federazione. Verso la fine della gara, la monoposto faceva sempre un pit stop che permetteva ai meccanici di riempire il sistema di iniezione ad acqua fino ad arrivare al peso regolamentare.
La 012 fu resuscitata per parte della stagione 1985, fino a quando finalmente anche la Tyrrell comincio’ ad usare il motore turbo della Renault con la nascita della 014. Ma