Cara Virginia, siamo arrivate all’udito, il nostro terzo dei cinque sensi. Che per me è collegato al senso dell’accoglienza, perchè è ascoltare il primo modo di accogliere qualcuno.
Cosa che la Valle Camonica non ha fatto solo con noi, verso i quali diciamocelo c’era un interesse diretto, ma anche con i rifugiati politici. Ai quali ha dato un lavoro, la possibilità di imparare una professione, e una prospettiva. Ce lo ha raccontato uno degli operatori della cooperativa sociale K-pax, nell’albergo Giardino, ristrutturato in modo eco-friendly e gestito in modo friendly da appunto dei rifugiati politici. Sarebbe piaciuta a Frank Lloyd Writgh a cui era ispirata, questa costruzione lineare e fatta di materiali locali, di cui si sono conservati un camino e una scala di cui qualsiasi fan di Wrigth avrebbe riconosciuto la paternità.
Il grande camino dell’hotel, in stile Frank Lloyd Wright. Tutto l’hotel lo era, ma quasi tutto si è perso nelle successive modifiche
Uno degli elementi architettonici dell’albergo che ricorda l’adorato Frank Lloyd Wright
Un’iniziativa che mi ha colpito, di per se stessa ma ancora di più pensando a quanto vicini eravamo al quartier generale della Lega di Ponte di Legno e all’idea del montanaro chiuso e della provincia razzista che conserviamo nella mente.
Di nuovo, un segno che rimane impresso!
Admiring Antonia
Cara Antonia, mi unisco a te nei complimenti alla cooperativa K-pax, che sta facendo progetti forti per l’accoglienza ai profughi. Tema caldo questo e difficile: far capire che l’immigrazione non è immigrazione e clandestinità ma diritto allo spostamento e alla ricerca di nuove opportunità è qualcosa che implica civiltà e cultura. E anche su questo la Valle Camonica lascia il suo segno.
Virginia