di Bruno Oliviero
con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Sandra Ceccarelli
Italia 2013
genere, noir, drammatico
durata 89'
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Rispettando i modelli di riferimento Oliviero costruisce la storia sui luoghi tipici del genere. A prendere il sopravvento è quindi il paesaggio cittadino e metropolitano, delineato nel contrasto, ma anche nei punti di contatto tra i diversi ambienti sociali, e collettore di una decadenza mascherata dal potere e dalle possibilità economiche, e poi la presenza incombente della notte, specchio dell'anima (nera) delle figure che l'attraversano e segno incontrastato di un estetica chiamata ad esprimere la sensibilità dei personaggi. Ma soprattutto non manca nel film l'overdose di nevrosi ed afflizione che Monaco, sulla scorta dei bad cops che l' hanno preceduto, manifesta con un enfasi sporca, che ricorda i poliziotti alla deriva di Oliver Marchal("L'ultima missione",2008) marchiati da un peccato originale che in questo caso coincide con la responsabilità vera o presunta della dissoluzione del proprio ambito familiare.
Oliviero lavora di sottrazione limitando il numero di informazioni sul background dei personaggi e sulle azioni che ne qualificano il presente - la decisione di collaborare da parte della moglie dell'ucciso ha un impatto decisivo sulla vicenda ma rimane di per se inspiegabile - e contemporaneamente accresce la percezione del tempo, filtrato ed espanso attraverso i silenzi dei personaggi, il loro continuo girare a vuoto, ed impresso nei contorni incerti e sempre uguali della città dormiente, resa secondo la soggettività dell'ispettore. Così facendo Oliviero riesce a dare una consistenza materica al senso d'oppressione ed all'apatia che attanaglia i protagonisti comunicandola allo spettatore senza necessità di ulteriori parole. Un esito raggiunto dando molto per scontato: dalla ricostruzione del puzzle che porta alla verità, legata più che altro ad un "casualità" artificiale e forzata, alla connotazione psicologica dei vari caratteri, totalmente monocordi nella figura di Monaco, forzatamente isterici e sopra le righe in quelli della figlia Linda, praticamente inesistenti per quanto riguarda i comprimari. Per dargli senso non bastano lo sguardo a duemila yard di Silvio Orlando, ne il rifarsi agli scandali della cronaca più recente, con il personaggio di Ulrich insidiatore di minorenni clonato sulle abitudini del più noto dei leader politici. Adottando il metodo di molti suoi colleghi Oliviero utilizza i codici del genere per inserirvi un discorso autoriale. Ne risulta un prodotto ibrido, che non coinvolge e non incide.
(pubblicato su ondacinema.it)