Solo un rettangolo ammassato, basso e denso, ma il cielo si estende se visto da lontano. Reclinando la testa, come dire, in prospettiva. Dacci un po’ di pace quotidiana in questo caldo venerdì. La caffettiera brontola fuori l’aria dal beccuccio e l’odore nero del caffè mi sale al naso.
Riflessi nei vetri due vicini litigano dai rispettivi terrazzi perché si sta consumando il solito rito. Il primo, sbriciola il pane per sfamare due tortorine che tubano in voli diagonali tra i rami di un abete e i fili della luce. L’altra dal piano di sopra, forte del vantaggio dell’altezza, gli dà del fuorilegge, parola che mi fa scivolare un sorriso. Come a bordo ring, aggrappata alla ringhiera della terrazza, a più riprese gli fa notare che ha appena steso le lenzuola e che stasera le vuole riporre nel cassetto, pulite. Poi rincara la dose configurando lo spettro di malattie, epidemie, pidocchi, di zecche ed altre calamità bibliche veicolate dai due pericolosi pennuti e per evidenziare maggiormente il concetto ripropone la questione della legge che vieta certi comportamenti. Il primo, dal canto suo non fa una piega e risponde secco, “che lo in cà so al fa quael ch’aipèr” ,dicendo che in casa sua fa quello che gli pare e che comunque si rifiuta di parlare con una persona che, figuriamoci, non ama nemmeno gli animali. Vetri al piano di sopra che sbattono offesi.
Nel palazzo di fronte non c’è tregua, puntualmente alle due del pomeriggio sotto al sole più cocente della giornata è tutto uno sferragliare, oggi di seghe elettriche e rastrelli, ieri di pale, vanghe e quant’altro e per ben oltre un mese di muratori, imbianchini e montatori di infissi. Rumori insopportabili nelle ore sadicamente più calde. A lavoro finito mi affaccio sul balcone e osservo quei quattro cespugli che il giardiniere armato di sega elettrica avrebbe dovuto pareggiare e mi convinco che doveva essere certamente ubriaco perché sono tutti storti e a tratti completamente spelacchiati. Un buon paio di cesoie avrebbero reso un servizio migliore.
Poche le tapparelle abbassate da siamoinferie, dalle finestre continua ad uscire il rumore dei piatti mescolato a quello delle fatiche olimpiche. Medaglie e Svelto concentrato. Persino il tabaccaio sotto al portico non ha appeso il cartello Chiuso per ferie quest’anno. Il buco nero cannibale della crisi, dell’Imu e delle manovre sfacciatamente salvacasta del professore con la pi minuscola, ha scippato a tante famiglie la tanto attesa settimana di vacanza.
Fare il bene del Paese va tradotto sinteticamente ingrassare le banche perché raschiando via tutta la retorica dalle parole che ci propinano impietosamente subito dopo la sigla del tg, resta questo il messaggio basale. Tagliano. Tagliano dov’è inutile tagliare. E poi tagliano le buste paga, i contratti, i giorni di ferie fruibili, le pensioni, nota bene, con esclusione di quelle d’oro, tagliano i posti letto negli ospedali, i servizi. Tagliano la dignità dell’onestà e la possibilità di sviluppo, direttamente alla radice. Loro, i tagliatori, si limitano ad esistere nel nostro stesso spazio, ma non hanno niente in comune con la gente comune, sono gli alieni del tipo parassita, sulla cui esistenza tutti si interrogano. Esistono eccome, poltriscono e giocano ad “affonda la flotta” a Montecitorio.
Si è zittita di colpo la vecchia caffettiera. Lo ammetto, mi piace quell’aria vissuta che ha. Da un po’ di anni, quanti saranno, almeno due, anche tre, vanno di moda le cialde, forse per colpa del faccione allampanato di George Clooney o semplicemente dell’alibi da punto a capo del non-c’è-tempo. Ma il caffè fatto con quella specie di supposta rotonda è poco più che un tentativo. D’imitazione. Non sa di bar, non sa di casa, non sa neppure cos’è la meritocrazia. Che sia la tua mano a prepararlo o la mia, il sapore che ti rende, è sempre lo stesso, standardizzato come buona parte di tutto. Ma la vecchia caffettiera, lei ha un’ anima tutta sua, si nutre di lenti preliminari e dà a seconda di ciò che riceve.
L’odore nero del caffè si va lentamente ad infrangere contro le quattro pareti della tazzina, mentre altrove frusto lo zucchero con movimenti corti e veloci del polso, come faceva mia nonna. E mentre sollevo la tazzina alle labbra so che quello che bevo mi assomiglia.
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Con questa ricetta partecipiamo al contest "Un pic nic in riva al mare" del blog I Sapori di Casa Mia
BRUSCHETTA POMODORINI E BASILICO&BRUSCHETTA CON PASTA DI GRANCHIO E GAMBERETTI CON GAZPACHO DI MELONE E CETRIOLO
Ingredienti per le bruschette con i pomodorini:
4 fette di pane toscano
2 spicchi d'aglio
olio extravergine d'oliva
12 pomodorini ciliegino
1 pizzico di sale
5 foglie di basilico fresco
2 filetti di acciuga sott'olio
una manciata di capperi
Ingredienti per le bruschette con i gamberetti:
4 fette di pane toscano
2 spicchi d'aglio
olio extravergine d'oliva
pasta di granchio (noi l'abbiamo trovata all'Ikea ed è ottima)
8 gamberi freschi
qualche ciuffo di maionese allo yogurt
qualche fogliolina di origano fresco
Ingredienti per il gazpacho di melone e cetriolo:
La polpa di 1 melone del peso di circa 1 kg al lordo di buccia e semi
1 cetriolo di media grandezza
1 costa di sedano bianco
il succo di 1 limone
4 gocce di tabasco
Per prima cosa prepariamo il frullato e lo lasceremo in frigorifero per 3-4 ore in modo da servirlo ben fresco.
Tagliamo il melone a pezzetti, sbucciamo il cetriolo e lo tagliamo a rondelle, infine tagliamo a rondelle anche il sedano. Aggiungiamo il succo di un limone, il Tabasco e frulliamo il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo. Lo lasciamo raffreddare in frigorifero.
Per quanto riguarda le bruschette, abbiamo scelto sapori semplici e freschi. Per prima cosa abbiamo pulito i gamberi, rimuovendo il filo addominale e dopo averli lavati li abbiamo cotti al vapore per pochi minuti.
Nel frattempo abbiamo fatto tostare le fette di pane toscano sul testo dove cuociamo la piadina e abbiamo sfregato lo spicchio d'aglio su un solo lato. Abbiamo condito con un filo d'olio extravergine d'oliva di ottima qualità e abbiamo spalmato la pasta di granchio in uno strato sottile perchè molto saporita. Infine abbiamo aggiunto i gamberi e qualche fogliolina sminuzzata di origano fresco per completare con un ciuffo di maionese delicata allo yogurt.
Abbiamo preparato anche le bruschette con i pomodorini, semplicemente tagliando i ciliegini a spicchi e condendoli con un filo d'olio extravergine d'oliva, un pizzico di sale ed il basilico. Tostate le fette di pane toscano e dopo avervi sfregato sopra l'aglio, vi abbiamo adagiato i pomodorini con il basilico completando con mezzo filetto di acciuga e con i capperi, all'insegna della freschezza.
Abbiamo accompagnato le nostre bruschette con quel delizioso frullato, talmente buono che anche Alice Ginevra ha voluto favorire e rifavorire.