Ho 2 o 3 centinaia di nuove foto, anche nuove di Milano oggi. Ho scelto di mettere questa, però, che è uno scatto risalente a quest'estate in una lavanderia a gettoni di Prenzlauer Berg, Berlino, perchè sono bloccata.
Ogni tanto mi succede: mi blocco. Stacked. Bloccata nella neve di Livigno (fisicamente, fino a due giorni fa), ora sono bloccata e basta.
Mi fermo immobile, seduta con le gambe incrociate davanti alla lavatrice nana in cucina, nella casetta milanese. Sforno una lavatrice dietro l'altra e rimango immobile a fissare il cestello che gira: gira in senso orario per me che lo guardo, ma lui, per sè, gira in senso anti-orario.
Per me la lavatrice è una vecchia signora, un pò grassa e bassa; di quelle che conosci fin da quando sei piccolo perchè tutti la conoscono dove vivi tu, ma non hai la minima idea di quale sia il suo nome. La vedi sempre, per strada, dal fornaio, dal fruttivendolo e dal macellaio, e la saluti con un buon giorno timido, a volte anche solo con un sorriso, perchè non sai il suo nome. Ovviamente, non sapendo il suo nome, la puoi salutare solo se vedi il suo sguardo passare.
Mi blocco davanti a una lavatrice e spero di imparare a camminare, restando lì, ad osservare il suo girare.
Dal letto la sentivo andare e non so più sognare.