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Firmato da un efficace cineasta nativo di quella terra, John Trent, il film è sicuramente uno dei migliori revenge-movie figli di quel periodo (da noi, uniformandolo al gusto bronsoniano allora in voga, i distributori lo ri-titolarono La giustizia privata di un cittadino onesto. Sì, vabbe'!).
Il grande Ernest Borgnine, attore magistrale che in questo lungometraggio riesce a superare sé stesso interpretando un ruolo che gli calza a pennello, è un tranquillo uomo timorato dal Signore, un contadinotto che vive nella sua fattoria assieme alla nipote cercando solo di starsene per i fatti propri. Ma quando una gang di rapinatori sopraggiunge a imporgli la propria presenza per ripararsi dalla polizia, una feroce sete di giustizia s'impossesserà dell'uomo, trasformandolo in un sadico torturatore che sevizierà i fuorilegge.
Film bello tosto, con momenti di compiaciuta violenza e una sottilissima linea a demarcare la legge dalla giustizia sommaria, Vengeance Is Mine è un pugno nello stomaco di rara limpidezza. A tratti ispirato da L'ultima casa a sinistra - sia per l'ambientazione rurale che per il tema dei tre criminali rifugiatisi nel posto sbagliato - è da intendersi come una sorta di gioiello che sicuramente, col senno di poi, andava un po' sgrezzato: la linearità della prospettiva campagnola infatti è talvolta troppo semplicistica, sicuramente un po' ingenua, soprattutto quando il personaggio del fattore viene dipinto come uno zotico redneck dalla mentalità chiusa in un guscio che dispensa a ripetizione i suoi aforismi sempre incentrati sul granoturco. Trent però ha le idee chiare e, cosa che gli fa onore, non punta all'exploitation nuda e cruda quanto piuttosto a una riflessione sul labile confine tra bene e male, giustizia e giustizialismo; banditi quindi splatter e crudeltà gratuite (eccetto forse per un paio di scene comunque poco grafiche) la visione d'insieme si regge quasi esclusivamente sul notevole apporto di un cast decisamente convincente (Borgnine a parte, si segnala anche un ottimo Michael J. Pollard); Indubbia la tensione nei momenti della vendetta, vigorosa la messa in scena, anche se il finale poteva essere più eclatante. Sparito completamente dalla circolazione, merita sicuramente un recupero doveroso.
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