La storia umana del nostro pianeta sembra essere interessata da una costante: la particolare attenzione dei nostri antenati per la costellazione di Orione. Tumuli, templi megalitici e piramidi, sembrano riproporre nella loro pianta la posizione delle principali stelle che formano la costellazione di Orione. Ma perchè?
Conosciuta anche come il Cacciatore, la costellazione di Orione si trova lungo l’equatore celeste ed è quindi visibile a tutte le latitudini della Terra.
Si tratta di una delle costellazioni più maestose e riconoscibili del cielo notturno, anche se non ha mai trovato posto nello zodiaco moderno.
La costellazione conta di circa 130 stelle visibili ed è identificabile dall’allineamento di tre stelle che formano la cintura di Orione, mentre la sagoma dell’eroe è delineata da nove stelle.
Molte antiche civiltà hanno riconosciuto la costellazione di Orione nel suo complesso, anche se gli sono state attribuite immagini diverse. I Sumeri vedevano nelle stelle una pecora. Il nome Betelgeuse significa letteralmente “ascella”: nel caso dei Sumeri era l’ascella della pecora.
Nell’antica Cina, Orione era uno dei 28 Xiu (宿) zodiacali. Conosciuta come Shen (參), che significa «tre», era probabilmente chiamata così a causa delle tre stelle nella Cintura di Orione. Gli Egizi consideravano queste stelle come un tributo al dio della luce, Osiride. La cintura e la spada di Orione sono spesso menzionate nella letteratura antica e moderna, e sono state anche stampate sulle insegne della 27esima divisione della United States Army, l’esercito statunitense.
La mitologia antica
Nelle raffigurazioni antiche, Orione è raffigurato mentre affronta la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante. La costellazione, infatti, fu riconosciuta dai Sumeri, i quali videro in essa il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo. Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, che significa luce del cielo. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo.
Nella mitologia greca, Orione era considerato figlio di Poseidone, dio dei mari e dei terremoti, e di Euriale, figlia di Minosse, re di Creta. Essendo un ibrido divino-umano, Orione viene descritto da Omero nell’Odissea come un gigantesco cacciatore, armato di un bastone indistruttibile di duro bronzo.
Le tradizioni sulla morte di Orione sono numerose e conflittuali. Arato di Soli, Eratostene e Igino, mitografi astronomi, concordano nel ritenere che fu a causa di uno scorpione. In una delle versioni, si racconta che Orione si vantasse di essere il più abile dei cacciatori. Egli sfidò Artemide, la dea della caccia, affermando che poteva uccidere qualsiasi bestia sulla Terra. La dea allora fremette d’indignazione e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che punse a morte il gigante presuntuoso.
Anche gli astronomi cinesi più antichi conoscevano bene la costellazione con il nome di Shen, grande cacciatore o guerriero, interpretandola quasi esattamente allo stesso modo dei popoli europei. Tuttavia, essendo una delle più antiche costellazioni cinesi, nel corso dei secoli successivi ha raccolto molte interpretazioni diverse e contrastanti.
Certamente furono gli antichi egizi a tributare alla costellazione di Orione la maggiore importanza. Essi associavano le stelle di Orione con Osiride, il dio che assieme a Iside civilizzò l’umanità insegnandole l’agricoltura. La costellazione era considerata la dimora di Osiride dopo che la sua risurrezione.
Monumenti che rappresentano la cintura di Orione
Sulla rivista Discussions in Egyptology (DE, Volume 13, 1989), Robert Bauval propose per la prima volta la Teoria della Correlazione, secondo la quale le piramidi di Giza sarebbero una rappresentazione architettonica delle tre stelle che compongono la cintura di Orione. Sebbene alcuni aspetti siano stati confutati, il perno su cui poggia la teoria è ancora valido.
Il ricercatore ha scoperto che la posizione delle tre principali piramidi della necropoli di Giza corrisponde alla configurazione astronomica della costellazione visibile nel decimo millennio avanti cristo. Secondo l’autore, questa correlazione fu volontariamente adottata da chi costruì le piramidi di Giza, il che rende le piramidi antiche di almeno 12 mila anni.
Ancora più sorprendenti sono le correlazioni che alcuni studiosi hanno proposto tra le piramidi di Giza e quelle di Teotihuacán, Messico. Ci sono molte somiglianze tra le piramidi dei due siti: entrambe hanno sale interne ed entrambe condividono la stessa geometra e matematica.
La Grande Piramide di Giza e la Piramide del Sole di Teotihuacán hanno apparentemente la stessa base quadrata, quasi 230 m²; il perimetro della base della Piramide del Sole è pari a 4π per la sua altezza, in quella di Giza è 2π per la sua altezza. Praticamente, la Piramide del Sole è alta la metà di quella di Giza.
Il perimento di Teotihuacán è stato creato secondo una disposizione specifica: la Piramide del Sole, la Piramide della Luna e il Tempio del Serpente Piumato Quetzalcoatl hanno la stessa disposizione delle stelle che formano la cintura di Orione, allo stesso modo delle tre piramidi della piana di Giza.
Come afferma David Childress, autore di Technology of the God, quando si hanno complessi piramidali simili a quelli di Giza e di Teotihuacán, viene da pensare che dietro ci siano gli stessi costruttori dietro queste strutture gigantesche, o che comunque siano state concepite da un’idea basilare condivisa da entrambe le culture, nonostante le migliaia di chilometri di distanza.
Anche l’Inghilterra è patria di numerosi esempi di configurazioni simili riconducibili alla Cintura di Orione, per lo più composte da cerchi tripli, come ad esempio Merrivale, Stanton Drew, Avebury, Thornborough e Grey Wethers, solo per citarne alcuni. Il loro scopo non è ancora stato compreso, ma gli studiosi sono certi che vi sia un’associazione astronomica.
Il più sconcertante di questi è certamente l’insolito complesso di Thornborough Henges, nel Yorkshire del Nord, Inghilterra, costituito da tre cerchi di pietre allineate. Si pensa che il monumento sia stato realizzato a cavallo tra il Neolitico e l’Età del Bronzo (tra il 3500 e il 2500 a.C.). Il complesso è stato definito la Stonehenge del nord ed è descritto dall’Engish Heritage come il più importante sito antico della regione.
È stato il professor Clive Riggles (Ruggles C., Ancient Astronomy: An Encyclopaedia of Cosmology and Myth. 2005) ad ipotizzare che gli allineamenti di Thornborough avessero una correlazione astronomica con la cintura di Orione. Tale ipotesi fu poi sostenuta anche dal dottor Hering, eminente docente di archeologia presso l’Università di Newcastle.
Il lavoro dei due ricercatori suggerisce che anche per gli abitanti dell’Europa del nord la costellazione di Orione avesse un particolare significato.
Ancora oggi, è innegabile il fascino che la costellazione di Orione esercita su coloro che alzando lo sguardo al cielo ne contemplano la maestosità e la bellezza, quasi come se qualcosa dentro ci noi ci facesse riconoscere in quella configurazione astronomica qualcosa che ha a che fare con le nostre origini e il nostro futuro. Chi o che cosa si cela dietro l’enigmatica sagoma di Orione il guerriero?
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