La Venere acchiappamosche: come funziona la sua trappola?

Da Naturamatematica @naturmatematica

Dionaea muscipula


Si chiama Dionaea muscipula ma è meglio nota come Venere acchiappamosche. Appartiene alla famiglia delle Droseraceae ed è la pianta carnivora forse più famosa in assoluto, per la somiglianza che la sua trappola ha con una vera e propria bocca, che nell'immaginario collettivo fa spesso banalmente pensare ad essa come una sorta di mostro pronto ad azzannare qualsiasi creatura. Dionaea muscipula è l'unica specie sinora nota del suo genere ed è originaria degli Stati Uniti, ma sappiamo benissimo che viene venduta anche dalle nostre parti. Dionaea muscipula, come ogni altra pianta carnivora, non si nutre soltanto di animali (per lo più insetti, il che ne giustifica il nome) ma integra la normale fotosintesi con l'assunzione di proteine derivanti dagli insetti stessi. E' infatti di colore verde, produce fiori come molte altre Angiosperme, ma le sue foglie modificate in trappole si presentano rosse internamente, con un colorito che è tanto più vivido quanto maggiore è la quantità di illuminazione ricevuta dalla pianta. 

Fiore di Dionaea muscipula

Le trappole scattano piuttosto in fretta se l'animale predato urta contro almeno 1 di 3 "peletti" disposti sulla superficie interna, che si comportano da sensori come si può vedere nel video sotto, dopodiché comincia la secrezione di enzimi che avranno il compito di digerire la preda. Le trappole sono di dimensioni modeste, intorno ai 2-3 cm in media, per cui, contrariamente a quanto alcuni film o cartoni animati possono indurre a credere, sono assolutamente innocue per noi o per animali di grossa taglia ^__^. Il tempo che impiega la trappola a riaprirsi è ben più lungo di quello necessario per la chiusura, giungendo sino a 10 giorni, trascorsi i quali essa si riapre mostrando la carcassa dell'animale prosciugata.

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